avvenimenti di 50 anni fa ....... 1967

...questi gli accadimenti e gli argomenti di cui si parla in quest'anno, tratti dal:

Bollettino Parrocchiale " STELLA ALPINA"  redatto da don Aurelio Frezza

.... per "non dimenticare".

...argomenti trattati:

DOPO L'ALLUVIONE

e dopo i primi soccorsi che ci hanno colpito per la tempestività e per l'abbondanza, ora cominciamo a vedere i primi effetti alle disposizioni governative e delle promesse, che ci vennero fatte.

Quanti sono stati danneggiati o nella roba o nei prati o nelle case o nelle proprie attività hanno già cominciato a ricevere aiuti consistenti o sono in procinto di riceverli. Sarebbe interessante fare un elenco dei beneficati e delle somme percepite ma diventerebbe un discorso lungo.

Qualcuno che non credeva alle promesse ha dovuto ricredersi. Per qualche altro sarebbe stata necessaria una più forte pubblicità : perché sia a motivo di una lodevole discrezione da parte degli organi erogatori, sia per un naturale riserbo dei beneficati, che ricevono e tacciono, c'è sempre qualcuno che ne è all'oscuro e fa il disfattista : quando non ci sia qualcun altro che approfitta di questa ignoranza
per fare una propaganda tendenziosa diretta a sobillare gli animi.

Questo discorso vale anche in relazione ai programmi di lavori straordinari per la sicurezza dei fiumi o per la riattivazione delle strade o per il controllo delle frane, ecc. Agli sprovveduti in materia è sfuggito tutto il lavoro preparatorio, competenza, progettazioni, finanziamenti, che è occorso e che si è svolto all'ombra degli uffici o nelle non clamorose riunioni o nei non comizieschi contatti con la pubblica autorità e per il fatto che non sia dato mano al piccone o non siano mossi i bulldozer subito dopo l'alluvione (eppure qualche cosa e non poco si era fatto anche allora ), o in pieno inverno, si è gridato al tradimento e si è ricorso all'arma della sedizione, contenuta per il momento nei limiti del sopportabile, ma che ha raggiunto lo scopo di confondere le idee e di indicare le responsabilità di oggi e il merito di domani.

Domani quando ci si troverà di fronte a concrete realizzazioni dei programmi studiati, si ritornerà e si ritornerà per dire che si doveva fare di più e meglio, e che quel poco che sarà stato fatto sarà
dovuto all'intervento delle masse popolari, anche se quell'intervento non sarà andato più in là di una sede provinciale.

L'onestà esige che ci si tenga aggiornati su tutti i fatti e che si vedano le cose con tutti e due gli occhi: non solo con l'occhio sinistro, che vede solo le deficienze e il da farsi, ma anche con l'occhio destro, che rivela e riconosce quanto di buono è stato fatto o sarà fatto.

Spero, per il buon nome della mia gente, di non sentire più discorsi pessimisti e disfattisti: un giudizio sereno lo si potrà dare solo a fatti compiuti.

Per il momento non abbiamo notizie precise su quelli che saranno i grandi lavori, che sono in via di programmazione per la sicurezza dei fiumi, dei torrenti, eccetera.

L'On. Colleselli, in una riunione tenuta a S. Stefano ha parlato di 5 miliardi stanziati per la Provincia di Belluno.

Intanto la Forestale, alla quale sono stati assegnati 800 milioni, farà lavori di arginatura con gabbioni lungo il torrente Padola (100 milioni), e lungo il Piave nella zona di Campolongo (100 milioni) e nella zona di Presenaio (100 milioni); lavori questi di pronto intervento, che non escludono quelli definitivi, che saranno eseguiti gradualmente nel tempo.

Altri lavori, definitivi, sono già in corso lungo il rio Rin (S. Pietro), lungo il rio Larice (Campitello), il rio Molinetto (Costalissoio), il rio Saucè (Casada).

L'Amministrazione Comunale, per conto suo, ha deliberato di provvedere al consolidamento del ponte provvisorio sul rio Saucè, a spese del Comune, dandone incarico al signor Zaccaria, mentre ha chiesto al Provveditorato alle Opere Pubbliche la concessione, al Comune, dei lavori per la ricostruzione ex novo del ponte stesso, per l'importo di L. 13.000.000 a carico dello Stato.

Ha chiesto pure, allo stesso Provveditorato, la ricostruzione, a cura del Comune, degli acquedotti di Casada e di Costalissoio per l'importo di L. 1.500.000.


Appunti storici

Continuando la elencazione degli acquisti fatti per la nuova chiesa, dobbiamo ricordare anzitutto la pala o quadro, che illustra la Strage degli Innocenti che sovrasta l'altar maggiore.

La fabbriceria, a mezzo di don Giovanni De Lorenzo, commissionò a Giovanni Battista Vicari di Valle, ottimo copiatore, l'incarico di fare una copia di un quadro di Bonifacio de Pitati detto il Veronese (1550) esistente alla Accademia di Belle Arti di Venezia.

Il Vicari chiese L. 1.440 e andò a Venezia a copiare il quadro di Bonifacio de Pitati (1858). Il risultato fu soddisfacente, tanto che la copia presenta colori più vivi e ha tratto in inganno parecchia gente, anche intenditori, persuasi di trovarsi di fronte ad opera d'arte.
Pregevoli sono i quadri della Via Crucis, di autore tedesco, verosimilmente, poiché sono stati portati dalla Germania da un certo Leonardo De Tomas Elatin di Costa e ceduti alla chiesa al prezzo di lire 6 cadauno più L. 6 di buonamano.

La benedizione della Via Crucis venne impartita da un frate di Verona, all'uopo incaricato, il di di S. Marco 1854 con grande solennità, con Messa in musica e pianoforte, eseguita dal suddetto Padre, presenti i Mansionari di Costa, di Costalta e l'Abbate Rosin di Danta.
 
Da non dimenticare il quadro della Madonna del Patrocinio. Questo quadro, di autore fìn'ora ignoto, rappresenta la Madonna del Patrocinio in trono e il Bambino che stende la mano destra in atto di protezione sopra S. Nicolò e S. Rocco ; apparteneva già alla vecchia chiesa ed era oggetto di particolare venerazione. Trovo che nel 1775 GioBatta De Bettin fece una offerta alla Regola, perché questa ottenesse e pagasse al signor Pievano la funzione la seconda domenica di novembre, « giorno del Patrocinio di Maria Vergine, dato che si aveva il ritratto di essa all'altare a lei dedicato ».
 


Ricordo, per analogia, che due anni dopo (1777) Antonio fu Leonardo Somià Luco dono un Campetto perché la Regola ossia la chiesa « faccia cantar, ogni anno nella festività di S. Antonio Abate, una  Messa all'altar di detto Santo ».

■ La Regola accettò, affittando il campetto a L 3 annue. Di questo altare resta, comunque, il quadro che è stato collocato sull'altare in legno di S. Antonio, come può vedersi anche oggigiorno. Il quadro non ha grande pregio e avrebbe bisogno di essere ripulito.

Comunque debbiamo riconoscere che i passati curatori della chiesa avevano buon gusto e spendevano quel che occorreva spendere ; mentre non altrettanto si può dire di quelli che hanno fornito la chiesa delle Statue del S. Cuore e di S. Antonio di Padova, che, per essere in gesso dipinto, dovrebbero essere espulse.

Fra gli arredi minori di valore, va ricordato il paramento samisdoro, ancora ben conservato e un calice in argento della Scuola di S. Marco, una pianeta di seta rossa pesante con fregi d'argento, restaurata alcuni anni fa. ; E arriviamo a parlare delle due Croci Astili. Tutte e due in argento lavorato a sbalzo, che erano ridotte in pessime condizioni, per l'uso indiscreto che se n'era fatto e che furono rimesse a nuovo. La più grande, quella che viene esposta nelle solennità (detta anche dei Pasqualon), riparata 12 anni fa, è di recente fattura e «perciò di valore artistico e storico minore, che non quella più piccola, che si vede sempre esposta a lato dell'altare maggiorie: questa è del settecento, della Scuola di S. Marco, molto apprezzata dagli intenditori e già esposta a due mostre di Arte Sacra.

Avevo dimenticato, nella penultima puntata, di accennare al campanile, che è stato innalzato nel 1860 su indovinato progetto dell'Ing. Pante di Feltre e sul  quale furono poste in opera le quattro campane, che continuarono a suonare fino al 1918, quando furono requisite dagli Austriaci.

Come si può capire, sono notizie che vado ripescando qua e là e quindi esposte con un certo disordine e incomplete. Ciò è dovuto ai fatto che non ho potuto ancona mettere le mani su parecchio materiale, che so esistere in qualche casa e che resta lì inutilizzato, chissà perché.
 

RISCALDAMENTO DELLA CHIESA

L'unica chiesa non riscaldata del Comelico è la chiesa di Costalissoio.

Perchè? ci si chiede da tempo.

La risposta è semplice ed è questa : perche le altre chiese del Comelico hanno maggiori entrate e possono permettersi non solo l'impianto di riscaldamento (2 milioni circa), ma anche di farlo funzionare durante la lunga stagione invernale

(100,000 lire a dir poco).

Chi può dimostrare, con dati seri alla  mano, che ciò è possibile anche a Costalissoio?

Capisco anch'io che se mai si incomincia mai si finisce. E che se si incominciasse, una volta o l'altra si finirebbe. Ma quanti anni occorrerebbero? Molti, e si finirebbe per stancarsi prima di essere arrivati alla méta. Le famiglie, quando hanno dato una loro offerta per una data opera (e sappiamo quanto danno o possono dare), si reputano già a posto e non ritornano a ripetere la loro offerta.

L'esperienza l'ho fatta allora dell'organo. E tale esperienza mi resta sempre davanti agli occhi per dirmi: sta attento prima di imbarcarti in nuove imprese del genere.

Anche allora si era incominciato nella speranza di poter finire entro un ragionevole periodo di tempo. Si era incominciato nel gennaio 1957 e si andò avanti stentatamente fino al 1963, quando, per rompere gli indugi, ci volle la spinta risolutiva di due persone, una che scrive, l'altra signora De Mario Maddalena che versò 800.000 lire.

Caso quest'ultimo che temo non si ripeterà più.

Ci sarebbe una soluzione di ripiego: è quella dei bruciatori a gas. E acquistandone alcuni ogni anno, si potrebbe credere di aver risolto il problema. Ma sono molto indeciso anche per questa soluzione, perché vedo che le altre chiese, che avevano adottato tali bruciatori, li hanno ormai messi in disparte, come inadatti e insufficienti, sostituendoli con il bruciatore ad aria calda.

I Ragione per cui, anche questo inverno celebreremo le nostre Messe, faremo i nostri funerali e le nostre funzioni, nel freddo.

Sarà un merito di più per i fedeli volenterosi. Per gli altri, che sono più freddolosi nello spirito che nel corpo, sarà una buona scusa per starsene a casa.

P. S. — Non è vero che la chiesa di Costalissoio sia l'unica nel Comelico non riscaldata. Anche quella di Candide è nelle stesse condizioni. Quel Parroco, proprio poco fa per telefono, mi diceva che loro — quelli di Candide, non pensano affatto a darsi il riscaldamento in chiesa. Si tratta di gente forte e abituata al freddo e che frequenta la chiesa imperterrita, d'inverno come d'estate.
 

SCUOLE E STUDENTI

La scuola elementare di Costalissoio conta quest'anno 41 alunni, quella di Casada ne ha 26.

La scuola media di S. Stefano accoglie 10 studenti di Costalissoio e 13 di'Casada.

L'Istituto tecnico professionale è frequentato da n. 1 ragazzo di Casada e da nessuno di Costalissoio.

Come mai? Tra i ragazzi di Costalissoio si nota una certa propensione per la scuola meno impegnativa di arti e mestieri di Casamazzagno (muratori, idraulici, ecc.), al posto della scuola media, per aver più presto un mestiere redditizio. Parecchi, dobbiamo dirlo, negli anni passati hanno saltato o sospeso la frequenza alla scuola media. Qualche ragazza ha preferito frequentare un corso di cucito, con scarsi risultati pratici.

Pochi hanno frequentato l'Istituto tecnico (operai specializzati).

Due ragazze hanno studiato presso la scuola di Pelos (contabili d'azienda), altre di Casada stanno facendo altrettanto, con miglior prospettiva di occupazione.

Ma sono questi timidi e non rilevanti passi per inserirsi nei gangli direzionali o di responsabilità della società.

Bisogna che qualcuno punti più in alto.

Anni fa si è dovuta vincere una forte resistenza a far continuare la scuola dopo la quinta elementare. Vigeva ancora la mentalità che non serviva andare più in là con lo studio, specie per le bambine.

Ora bisogna alimentare un'altra campagna per invogliare i più capaci che escono dalla scuola media a proseguire gli studi presso scuole superiori. Si deve indicare una méta più alta, perché alcuni alunni possano ricevere una formazione più completa ed avere domani una professione che sia anche di prestigio e di giovamento per il paese.

Non è difficile sentire questa amara constatazione: noi siamo obbligati a fare le valigie e andare all'estero o sui lavori duri e pericolosi e intanto qui i posti buoni sono occupati da forestieri. Alla scuola insegnano Maestre di Gorizia alla Posta lavora una di S. Pietro, il Postino è da S. Stefano, il Casaro viene dalla Carnia, ecc. E allargando il discorso, dico io, gli ingegneri, i medici, gli avvocati, i banchieri, e aggiungete, i Sacerdoti, che svolgono la loro attività in zona, da dove vengono?

Un lamento questo che richiama l'altro più generale sulla invasione dei meridionali.

Patti veri. Ma di chi è la colpa? Del Governo? Delle raccomandazioni o delle bustarelle? No, la colpa è della popolazione locale stessa, che non ha saputo produrre gli elementi adatti a coprire quei posti.

Ora il momento è più favorevole che non ieri per incitare e aiutare qualche buon elemento locale a raggiungere posti più elevati nella società, che non siano quelli fin'ora ambiti.

Dal Bollettino di Costalta ho rilevato che i ragazzi e le ragazze frequentanti la scuola media o scuole superiori in vari istituti di varie città sono ben 25 (non compresi quelli che frequentano le scuole di S. Stefano e Casamazzagno). E' molto per un paese che. secondo la perizia geologica statale, è destinato a scomparire !

Su questa scia si sono per ora avviati Bettini Aldo, prima media, De Mario Antonio e Zaccaria Giovanni, 2 media, nel Seminario di Feltre, De Mario Claudia, 2 media all'Istituto Sperti di Belluno, tutti di Costalissoio, e inoltre, Doriguzzi Teo, prima ginnasio presso i padri Serviti di Firenze e Comis Nevio entrato nel Collegio Vescovile di Pieve di Soligo, per la prima media.

Auguriamoci che altri seguano il loro esempio e soprattutto auguriamoci che questa prima infornata abbia ad arrivare a maturazione e a darci, nel futuro, elementi qualificati, che servano a rialzare il tono di questi paesi di montagna.



I CAPITELLI

Parliamo ora dei Capitelli, che sono stati eretti ai margini del paese di Costalissoio, nei tempi andati, quando la fede e la devozione erano più sentite.

Ve n'è uno sulle Piazze, detto di S. Antonio, che è sempre stato tenuto in ordine dalla famiglia Pasquale Pomarè Montin, la quale si è assunta, tempo fa, anche la spesa rilevante per rifare il tetto e rinnovare l'intonaco e la imbiancatura.

Sul sentiero, che scende a S. Stefano, c'è il Capitello del Boi, che è pure curato dalla famiglia che porta tale sopranome.

Più in giù esiste l'altro Capitello detto di Pomaré Maddalena, che è affidato, penso, alle cure di quest'altra famiglia.

Ultimamente ho fatto questa bella constatazione: la croce in legno del cimitero vecchio era stata abbattuta da un colpo di vento. Poco tempo dopo ne vedo un'altra ben costruita e ben piantata. E ciò grazie alla premura della famiglia De Mario Boi Giacomo.

Ma c'è un altro Capitello, detto di Pierina Fronza, lungo la vecchia strada che portava a Casada. Questo Capitello è in condizioni miserande, di cui nessuno pare si curi.

Ora io dico: nella parte del paese che gravita verso Casada, non c'è proprio nessuno che voglia e possa mettere mano alle necessarie riparazioni?

Veramente Osvaldo De Mario Vanina, in un momento di euforia, era pronto a dare 5000 lire a tale scopo, se avessi dato il via ad una sottoscrizione. E' ancora disposto il signor Osvaldo? E ci sa

ranno altri che seguiranno il suo esempio

LAVORI PUBBLICI

Con la fine di novembre sono stati terminati o sospesi i grossi lavori di difesa o di ripristino, che l'alluvione dell'anno scorso aveva resi necessari. In paese di Costalissoio è stato ultimato il canale in cemento e pietra viva nella parte superiore del rio Molinetto e una briglia sotto la piazza.

L'anno prossimo altre briglie saranno fatte a monte e a valle dello stesso Rio, mentre sarà ingrandito il tombone sotto la piazza.

Nel medesimo tempo abbiamo visto costruire, con imponenti mezzi tecnici, gli sbarramenti sul rio Giaule: saranno undici le briglie, tra piccole e grandi, che una volta ultimate, renderanno meno pericolosa quell'acqua, tanto placida nella stagione secca, ma tanto ruinosa nei momenti di pioggia insistente.

Nell'anno prossimo sarà rifatto il ponte di Casada, già appaltato, e verranno eseguiti lavori consistenti di sistemazione lungo le strade per Costa e per Costalta. Saranno potenziati gli acquedotti di Casada e di Costalissoio ( ma per quest'ultimo dove sarà presa l'acqua?).

E questi, che abbiamo elencato sommariamente, sono interventi modesti in affronto ai più grandi lavori che si sono susseguiti o si stanno eseguendo nella Val Comelico e in Val Visdende, senza voler uscire dal nostro breve orizzonte.

Dobbiamo onestamente riconoscere che in seguito all'alluvione, siamo stati aiutati in misura superiore al previsto. Che se poi arriveranno i 4 miliardi previsti da una proposta di Legge Vecellio per indennizzare gli Enti locali dei danni subiti dal loro patrimonio boschivo, allora potremo dire che non tutto il mal viene per nuocere e dovremo ringraziare la comunità nazionale e gli uomini che, in alto e in basso, hanno veramente tenuto fede alle promesse fatte. Fra questi uomini, che si sono fattivamente interessati del bene pubblico, sia nella tragica circostanza dell'alluvione sia nel promuovere i vari massicci interventi a nostro favore, ci piace ricordare il Sindaco in carica, la cui operosità è stata riconosciuta da tutti e in forma ufficiale dal Presidente della Repubblica.

Il Sindaco Polzotto infatti è stato insignito della Croce al Merito della Repubblica ed è stato festeggiato per tale onorificenza dalla popolazione di Costalissoio e dal Consiglio Comunale, che ha offerto anche le insegne cavalleresche.


AMMINISTRAZIONE DELLA REGOLA

Chi amministra il Comun non accontenta nessun.

E' il detto che qualche volta si pone per chiudere una discussione intorno agli uomini, che amministrano la Regola o il Comune. Ingiustizie, abusi, incapacità sono le accuse ricorrenti.

Da quanti anni sono quassù, non ho mai sentito parlare bene, da tutti, delle persone che sono state, via via, elette ad amministrare la cosa pubblica, né mai sentirò parlare anche in seguitodei futuri amministratori. Ne sono pienamente convinto.

Tutti siamo dei critici infallibili o dei bravi amministratori finché stiamo alla finestra a guardare. Quando poi si tratta di metterci alla prova, allora ci tiriamo indietro dicendo: ci sono tanti altri, che lo possono fare. Ma. questi « tanti altri », dove sono? Non si trovano neanche con il lanternino di Diogene.

L'ultima dimostrazione si è avuta con il tentativo dì eleggere la nuova Amministrazicne di Costalìssoio. Tre giovani, pieni di buona volontà., ma inesperti, si erano lasciati convincere di entrare in lista, a condizione che altri elementi più navigati facessero altrettanto. All'ultima ora, con grande sorpresa e anche indignazione, si trovarono soli, perché dei « tanti altri » nessuno aveva accettato l'invito pur pressante.

Ora la Regola di Costalissoio sarà governata da un Commissario Prefettizio. Meglio così, ebbe a dire qualcuno. Ma anche questo « qualcuno » sa che non è vero.