Mondeval
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Mondeval (IPA: /monˈdeval/) è un ampio pianoro, situato attorno ai 2.150 metri di altitudine, racchiuso tra alcuni gruppi montuosi, quali il massiccio del Pelmo, le Rocchette, la Croda da Lago, i Lastoni del Formin, il monte Cernera e il Corvo Alto. È compreso nel comune di San Vito di Cadore, sebbene sia più facile accedervi dalla Val Fiorentina o dal Passo Giau. Si tratta di un luogo notevole dal punto di vista paesaggistico ed è frequentato da turisti durante la stagione estiva. Ancor oggi, tuttavia, permangono le tradizionali attività ed è sfruttato come alpeggio per la pastorizia.
L'Uomo del Mondeval [modifica]
L'importanza di Mondeval è legata ad un sito archeologico preistorico. Si tratta di una scoperta eccezionale: è la sepoltura di un cacciatore di epoca mesolitica, perfettamente conservato col suo corredo funerario.
Il sito archeologico fu rinvenuto nel 1985[1], sotto un masso erratico di dolomia, da Vittorino Cazzetta da Pescul di Selva di Cadore, un appassionato della sua terra sia dal punto di vista geologico che storico. Cazzetta aveva notato alcuni reperti, in particolare manufatti litici e resti di pasto, nel terriccio accumulato da una marmotta impegnata nello scavo della propria tana. Gli scavi sono avvenuti sotto la direzione del prof. Antonio Guerreschi, docente di Paletnologia dell'Università di Ferrara, interessato a condurre delle indagini approfondite su quel sito; dal 1986 al 2000, il docente ha portato a termine quindici campagne di scavo e con l'aiuto di studiosi e di studenti ha trovato importantissime testimonianze sulla frequentazione umana risalenti ad oltre 80 secoli fa [2]. Il ritrovamento più rilevante del sito di Mondeval è stato la sepoltura del cacciatore preistorico che costituisce per diversi motivi una scoperta importantissima, essendo, ad oggi, l'unica sepoltura mesolitica situata ad alta quota (2.150 m circa). Inoltre, è da ricordare la straordinaria conservazione del corredo funerario collocato attorno allo scheletro, con reperti organici (in particolare resti di pasto e resine con propoli) che hanno ampliato notevolemente le conoscenze paleontologiche. Oggi lo scheletro del cacciatore del mesolitico è conservato nel nuovo museo di Selva di Cadore, mentre a San Vito di Cadore si può ammirare un calco identico all'originale, messo a disposizione dal prof. Guerreschi per la mostra sulle testimonianze lasciate dall'archeologia in territorio sanvitese.