IN
COMELICO LA PRIMA MESSA IN LADINO |
Per concludere i
festeggiamenti dei vent'anni di attività il Gruppo musicale di Costalta
ha scelto un'iniziativa quanto mai originale: una messa in ladino.
Nella vita del sodalizio ha sempre avuto, infatti, un posto
significativo anche l'esperienza religiosa. E proprio per
manifestare un ringraziamento al Signore per questo dono di
amicizia e creatività, è stato ritenuto importante celebrare una
messa a conclusione degli appuntamenti per il ventennale. Le parti
in ladino saranno limitate alla preghiera dei fedeli, all'omelia e
ai canti.
L'appuntamento, per poter condividere in modo autentico questo
momento con gli amici che camminano sulla stessa strada della
tradizione e della valorizzazione della cultura ladina in
provincia, è fissato per sabato prossimo, 13 dicembre alle 18,
nella chiesa parrocchiale della frazione più alta del comune di
San Pietro. La liturgia sarà celebrata da don Maurizio Doriguzzi,
comeliano di Danta, parroco di Costalta
e Campolongo, mentre l'omelia sarà tenuta da don Sergio Sacco,
una delle personalità più autorevoli nel panorama culturale
della Ladinia bellunese. Al Gruppo musicale spetterà, invece,
animare i diversi momenti della celebrazione con alcuni dei brani
religiosi inseriti nel proprio repertorio, costituito da oltre 150
canzoni originali per testo e musica.
Alla messa ladina parteciperanno i rappresentanti delle Unioni
ladine della provincia di Belluno, con i vestiti da festa della
tradizione delle varie vallate ladine. «Celebrare una messa in
ladino», scrive il Gruppo nell'introduzione al libretto stampato
per l'occasione, «era una speranza coltivata da anni da chi, come
noi, ha sempre creduto che il linguaggio dei nostri antenati abbia
la dignità per essere usato in tutti i momenti e situazioni della
vita personale e sociale. Aprire le porte delle chiese e della
liturgia cattolica al ladino sarebbe un impegno che la diocesi di
Belluno dovrebbe assumere, come hanno fatto quelle vicine di
Udine, Trento e Bolzano».
Yvonne Toscani
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Martedì,
16 Dicembre 2003 |
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SAN
PIETRO |
Tutti
d'accordo a Costalta per la messa in ladino
Entusiasti e soddisfatti i trecento in parrocchiale |
San
Pietro
Ben trecento persone hanno partecipato, sabato
scorso, alla prima messa in ladino in provincia. Il
Gruppo musicale di Costalta non poteva scegliere
un'iniziativa più originale per coronare l'impegno
di vent'anni trascorsi nella valorizzazione della
cultura e della lingua locali.Frutto di un attento
lavoro, durato quasi un anno, la celebrazione nella
chiesa parrocchiale della frazione sampietrina più
alta, ha testimoniato ancora una volta quanto
importante sia per il sodalizio costaltese il
linguaggio degli antenati. La liturgia è stata
celebrata da don Maurizio Doriguzzi, comeliano di
Danta, parroco di Costalta e Campolongo (coadiuvato
da don Waldemar Massel), mentre l'efficace e
coinvolgente omelia è stata tenuta in lingua ladina
(come i canti e le preghiere dei fedeli) da don
Sergio Sacco, una delle personalità più autorevoli
nel panorama culturale della Ladinia bellunese.Al
Gruppo musicale è toccato, invece, animare i
diversi momenti della celebrazione, cui hanno
partecipato numerosi rappresentanti delle Unioni
ladine della provincia di Belluno, vestiti con i
tradizionali abiti da festa delle varie vallate.
«È stata una celebrazione coinvolgente - commenta
Luciano Casanova Fuga, maestro del Coro Comelico -
in armonia con lo stile del Gruppo Musicale di
Costalta, in cui fa da padrone la poesia in ladino
valorizzata dalla musica».«Sono entusiasta -
aggiunge Duilio Casanova De Marco - È stato un
momento particolarmente commovente, sotto tutti i
punti di vista. Abbiamo potuto esprimerci nella
lingua che ci hanno insegnato i nostri genitori».
«In questa messa è racchiuso quanto il Gruppo
Musicale è riuscito a produrre in vent'anni,
esportando la cultura del Comelico e, soprattutto,
radicando nella gente la consapevolezza delle
proprie tradizioni - evidenzia Max Pachner,
vicepresidente della Provincia - poiché quello che
s'impara dai genitori e all'interno della comunità
rimane e contribuisce alla formazione del carattere
di ognuno e, in definitiva, della realtà in cui
vive».
Yvonne Toscani
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