Il pellegrinaggio alla "Madonna di Luggau"

"Dall'archivio storico della parrocchia di Candide
23 ottobre 1755 Avviene una processione al santuario di Luggau nella Carinzia e vi concorsero 70 persone che diedero di offerta 20 soldi ciascuna."

...da Cima Sappada, strada sorgenti del Piave, rifugio Calvi, Passo dell'Oregone, valle del Gail, Luggau.

...dal Comelico, Val Digon, passo di Cima Vallona, valle del Gail, Luggau.

 

La storia...tratta dall' opuscolo edito dal Santuario e Basilica di Maria Luggau.

Sono poche le notizie che possediamo relativamente dal paese di Luggau, a 1170 m. sul mare nella Valle del Gail in Carinzia.
Oggi vanta circa 550 abitanti, ma alla fine del secolo XVI il paese era composto da circa 16 case abitate dai contadini che lavoravano nei campi e nei boschi dei signori di Pittersberg.
La narrazioni sulle origini del santuario della Madonna di Luggau venne posta per iscritto allorchè il conte Giovanni di Ortenburg, governatore della Carinzia, radunò gli anziani della vallata per raccogliere dalla loro viva voce quanto sapevano sulla storia del santuario mariano. Tra gli altri era presente un vegliardo di 116 anni soprannominato "Mattia dei Prati".

Secondo questo racconto, dove sorge oggi la Chiesa si trovava un campo assai fertile, coltivato da una donna pia, ma povera.
Un giorno, stanca dal lavoro, si pose a sedere e si appisolò. Nel sogno ebbe come una visione: in quel medesimo luogo sarebbe sorta una chiesa ed ella stessa anzi avrebbe dovuto impegnarsi in questa costruzioni.
Svegliatasi dal sonno, in un primo momento non pensò più alla visione, anche perchè non riusciva a capacitarsi come una povera donna come lei avrebbe potuto erigere una chiesa. Ma l'idea, nonostante gli sforzi, le rimaneva fissa nella mente e la tormentava giorno e notte. Disse allora a se stessa: "Se in tutto questo c'è qualcosa divero, io accenderò una candela nel campo e questa dovrà ardere continuamente per tre giorni e tre notti.. In tal caso dovrò ritenere che la visione è venuta dal Cielo". Detto e fatto: la candela arse per tre giorni senza mai spegnersi nonostante il forte vento.

Convinta allora che l'ordine veniva dall'Alto, con i suoi risparmi comprò prima di tutto una immagine dell' Addolorata, una "Pietà" che portò di casa in casa raccontando l'accaduto e chiedendo aiuti per la costruzione della Chiesa. Ma Elena (questo era il nome della donna) raccolse solo derisioni e scherni; venne anzi presa per pazza e truffatrice e chiusa in prigione. I giudici però dovettero riconoscere la sua rettitudine e la rilasciarono.
 Le sofferenze e le umiliazioni subite, indubbiamente per volere del Cielo, mutarono l'atteggiamento dei compaesani verso di Lei ed alcuni contadini, senza averne avuto richiesta fornirono il legname necessario per la costruzione della cappella dove venne collocata l'immagine dell'Addolorata che Elena aveva acquistato.
Mentre il falegname stava lavorando per la copertura del tetto, un abitante del luogo - minorato mentale - entrò nella piccola cappella e colpito forse dalla vivacità dei colori della statua, la prese con se e stava per portarla via quando il falegname lo ammonì invitandolo a rimettere la sacra immagine al suo posto.
La narrazione ci dice che il poveretto obbedì al comando dell'operaio e contemporaneamente riacquistò l'uso della ragione.
Il fatto contribuì a spargere ancor più la fama del piccolo santuario.

Elena ne trasse motivo per recarsi dal conte Giovanni di Manndorf, a Pittersberg perchè la cappella in legno potesse essere sostituita da una costruzione in muratura.
Le sue parole dovettero essere efficaci perchè il conte Giovanni stesso si recò a Luggau per fare in modo che la costruzione fosse completata al più presto. Ma incontrò viva resistenza da parte dei contadini, probabilmente perchè venivano toccati i loro interessi. Viste le difficoltà, abbandonò il progetto e riprese il cammino per Pittersberg.

A metà strada però il cavallo si imbizzarrì ed il conte, rimasto appeso per una staffa, venne trascinato a lungo per la strada, quando il cavallo all'improvviso si fermò; Giovanni si ritrovò del tutto illeso. Interpretò l'accaduto come un segno del Cielo, ritornò a Luggau e si diede da fare perchè la chiesa venisse costruita al più presto.

La chiesetta, dato il continuo e crescente affluire dei pellegrini, risultò ben presto troppo stretta e insufficiente. Dopo due anni venne demolita e sostituita da una nuova costruzione assai ampia. I lavori ebbero termine nel 1536 ed il 26 agosto di quell'anno, Daniele de Rubeis, vescovo di Caorle, consacrò la chiesa dedicandola alla Madonna della Neve.

Nel 1593 il conte di Ortenburg fece costruire, accanto alla Chiesa, un convento che venne affidato ai Minori Francescani.

Nel 1594 Francesco Barbaro, patriarca di Aquileja, eresse in chiesa la parrocchia.
 Ritiratesi in Francescani, nel 1635 il conte Giorgio di Ortenburg donò chiesa e convento ai Servi di Maria, così come aveva consigliato Claudia de' Medici, vedova dell'arciduca Leopoldo d'Austria. Nel 1640 un incendio distrusse il convento, ma la chiesa non subì alcun danno.
La Chiesa, costruita tra il 1520 ed il 1544, è in stile gotico. La pala dell' Altar Maggiore è un' opera giovanile del pittore veneziano Cosroe Dusi (1808-1859) che la dipinse nel 1834 raffigurandovi l'Assunzione.
La piccola statua, sovrastante l'Altare, raffigura la Pietà: la Vergine porta tra le braccia il Figlio morto.
Gli altari laterali hanno due tele raffiguranti  una Deposizione della Croce e S. Luca che dipinge la Madonna con il Bambino Gesù. Interessanti i due altorilievi lignei che adornano questi altari: sono del 1520.
Gli affreschi della volta della Chiesa si riferiscono alla storia di Luggau; quello sopra l'organo, raffigura la Madonna che dona l'abito ai 7 Santi Fondatori dei Servi di Maria. Troviamo raffigurati i 7 Santi anche nella tela posta sopra la porta laterale; di fronte, il transito di S. Giuseppe.
Il campanile, con guglia a cipolla, si deve a Bartolomeo Vierthaller. All'esterno, davanti al campanile, la Pietà di K. Campidell (1958).

I pellegrini di Maria luggau provengono dalla Carinzia, dalla Stiria e dal Salisburghese. I pellegrinaggi dall'Italia provengono dalla Carnia e dal Cadore e sono frequenti specialmente nel mese di settembre.
La devozione popolare verso la Madre del Signore è documentata anche dalle tavolette votive che adornano il Chiostro: sono una ingenua ma valida testimonianza di fede e di fiducia nella intercessione della Madonna da parte del popolo cristiano.

I quadri del Chiostro raffigurano la storia di Luggau, la vita del beato Giacomo Filippo Bertoni da Faenza dei Servi di Maria ed altri Santi e Beati dello stesso Ordine.

LA STORIA DEL SANTUARIO

1513    Apparizione della Madonna alla contadina Helena

1536    Consacrazione della chiesa, costruita in stile gotico

1591    Il Santuario viene affidato ai padri francescani, che si ritirano nellanno 1626

1635     Il Santuario viene affidati ai Servi di Maria

1736    La chiesa essendo stata distrutta per un incendio è stata restaurata nel stile barocco.

1913    L'immagine della Madonna è stata coronata col permesso della Sede Apostolica dal vescovo Gurk.

1980    La chiesa è stata restaurata di nuovo

1986    Il Santuario è stato fatto basilica Minor dal Papa Giovanni Paolo II

1987    Paolo Ciresa di Bolzano ha costruito l'organo

Il pellegrinaggio da Sappada

Luggau visto dalle pendici del Peralba

Antica immagine del pellegrinaggio-verso passo Sesis

La cronaca.... dai giornali...

LA STORIA
Una contadina
vide la Vergine
a inizio '500

l.e.c.

SAPPADA. Il santuario di Luggau è diventato punto di riferimento di tanti fedeli cattolici fin dai primi anni del 1500, dopo che si era sparsa la voce che una contadina aveva visto una immagine della Madonna addolorata. La prima consacrazione di una chiesa gotica è del 1536. L'attuale chiesa barocca è stata costruita nel 1736 a seguito dell'incendio della precedente ed è inserita in un grande complesso di edifici che ospitano anche il convento dei Frati Servi di Maria. L'immagine della Vergine è una statua di piccole dimensioni, posta in alto sopra l'altare maggiore e raffigura una Pietà, madre con figlio morto in braccio. Frequentato da molti cattolici di tutta l'Austria, Luggau è sempre stato meta di pellegrinaggi dalle zone italiane di confine. Numerose le tavolette votive lasciate dai fedeli per ringraziare di fatti miracolosi. Alla processione dei sappadini si uniscono persone esterne. Significativa negli ultimi anni la partecipazione di un gruppo di Sauris, dove è parroco un sappadino doc, don Pietro Piller, che ha voluto imitare i compaesani, salendo a Razzo, travalicando il passo Siera e raggiungendo Sappada nel pomeriggio di venerdì. Tra i pellegrini di quest'anno anche un avvocato romano della Sacra Rota, Antonio Vianello.

Sabato, 14 Settembre 2002

Ritornano oggi a Sappada i 400 pellegrini partiti ieri mattina a piedi in direzione di Luggau, oltre il confine austriaco
Attraverso le Alpi per devozione a Maria
Nelle borgate allungate sotto il Siera, una festa di fede e tradizione

re.bo.

SAPPADA. Ritorneranno questa sera, sempre a piedi, i 400 pellegrini che ieri mattina, alle 3.30 sono partiti da Cima Sappada per il santuario austriaco della Madonna di Luggau. Undici ore di scarpinata, su e giù per le valli, ieri, ed altrettante oggi. Ma più coraggoiosi ancora sono stati i 40 friulani arrivati da Sauris. Partiti alle 4 di venerdì mattina, sono approdati a Sappada nella serata.
Domani mattina, trascorsa la notte in paese, riprenderanno a salire verso Sauris, dove arriveranno verso le 18 di domani. L'itinerario di fede è appuntamento con una tradizione secolare: da ben 198 anni, a metà settembre, i sappadini sono soliti raggiungere Maria Luggau, nella vicina Austria, per un segno di devozione. L'edizione di quest'anno è servita fra l'altro a preparare il 200º anni6rsario di questo appuntamento che vede aggregarsi anche un nutrito gruppo di cadorini (e di turisti da altre parti d'Italia) alla fatica di Sappada.
La partecipazione del paese, peraltro, è corale: alla manifestazione partecipano bambini di 4 e 5 anni e anziani vicini agli 80. A testimonianza del fatto che tutta la comunità accompagna il pellegrinaggio, anche se una parte del paese rimane a casa, è la "fiumana di gente" (come la definisce il parroco don Pietro Ronanello) che questa sera accoglierà, fin da Cima Sappada, i fedeli al rientro. Il corteo attraverserà tutte le borgate del paese e a ogni tappa suonerà la campana, per festeggiare. In chiesa, al centro del paese, verso le 19.30, il solenne canto del "Te Deum" di ringraziamento. Le preghiere, anche quest'anno, hanno tenuto presente la grave prospettiva della guerra che sta maturando, per cui don Pietro Piller, parroco di Sauris, ha fatto pregare per la pace. Nel 2001, l'itinerario si svolgeva a pochi giorni dall'attentato alle Torri gemelle e in quel caso si era riflettuto a lungo sul terrorismo.
Don Romanello, dal canto suo, ha presieduto la cerimonia di apertura del pellegrinaggio, svoltasi nella cappella alpina di Cima Sappada.
Intanto, al rifugio Calvi, ai piedi del Peralba, numerosi escursionisti non hanno dormito tutta la notte; hanno atteso i pellegrini che salivano a piedi e si sono uniti alla comitiva.
Il passo Diesis, nei pressi del confine italo-austriaco, è stato superato verso le 7 del mattino, mentre oggi verrà raggiunto verso le 14. Giulio, il gestore del rifugio, aveva preparato per gli infreddoliti "scarpinatori della Madonna" taniche di thè caldo e di brodo. Altri preparativi al rifugio austriaco, a 90 minuti dal Calvi. Campane a festa, ieri pomeriggio a Luggau, quando sappadini, friulani e cadorini sono arrivati. Poi le cerimonie religiose.
Questa mattina la sveglia ha suonato alle 6. Dopo la messa delle 7.45, la partenza verrà data alle 9. In testa al corteo, un'artistica croce, portata a braccia. "E sempre retta", sottolinea soddisfatto il parroco don Romanello.

SAPPADA È iniziato alle 3 il tradizionale pellegrinaggio cui partecipano i cittadini di Sappada e di Sauris fino alla località austriaca di Santa Maria Luggau
In marcia di notte con la croce fino al Santuario
Centinaia di persone partecipano all’iniziativa che si ripete dal 1804 e un sacerdote è arrivato persino dal Brasile
Sappada

Sono partito in piena notte, alle 3, dalla piazza di Cima Sappada i pellegrini di Sappada e Sauris alla volta del santuario di Maria Luggau. Il pellegrinaggio è oramai un appuntamento per centinaia di persone che vogliono vivere in preghiera il momento della traversata in montagna e dell'incontro con la Madonna di Luggau, ma insieme alla fede i pellegrini cercano anche l'incontro con il paese di Luggau, poche case in mezzo alle valli e ai monti della Carinzia, tutte raccolte intorno al monumentale santuario e al convento che lo circonda. Fino a 500 persone potrebbero partecipare alla grande marcia religiosa attraverso le montagne. Il pellegrinaggio presenta dei momenti davvero suggestivi, la partenza, con la notte illuminata da mille fiaccole ed il corteo guidato dal crocifisso che attraversa i boschi vicino Cima, poi l'alba e l'arrivo al rifugio Calvi, la prima grande salita, da lì si va verso il Passo del Sappadino costeggiando il massiccio del Peralba per scendere poi verso il rifugio austriaco, una discesa molto ripida. Poi si scende tra le malghe ed i boschi fino ad arrivare alla frazione di Frohne dove viene celebrata una messa prima di scendere nel paese di Luggau. Il parroco, Don Pietro Romanello si recherà a Luggau con il pulmino della parrocchia insieme ad altri parrocchiani, poi salirà fino alla Ingrid Hutte per congiungersi con i suoi parrocchiani. Ma gli incontri sono cominciati già ieri quando da Sauris è arrivata la comitiva dei pellegrini, con loro Don Pierino Piller di Sappada, che è giunto dal Brasile per non mancare all'appuntamento con la preghiera ed il cammino in mezzo alle sue amate montagne.Ma come lui sono in tanti che vogliono vivere questo momento di fede, dalla Germania, per esempio, ci sono 30 pellegrini. A seguire con le preghiere ed i canti il cammino ci sarà Francesco Fauner, poi i ragazzi del soccorso alpino ed infine la mitica guida Bruno Pachner che da anni conduce ordinatamente e puntualmente la grande folla dei fedeli sulla strada del santuario. Lo scorso anno, come può capitare in montagna, sulla via del ritorno ci fu pioggia e grandine, ma naturalmente sebbene non tutti partirono da Luggau a piedi la croce rientrò in paese e venne accolta come di consuetudine dal suono delle campane e dai canti. Mancano due anni al 200. del pellegrinaggio, poichè dal 1804 si hanno le prime notizie di una vera e propria marcia collettiva da Sappada verso Luggau.

La ragione? Salvare le mandrie del paese dalla peste bovina, l'atto di fede deciso dal parroco Gregorio Avaro ebbe fortuna e la tradizione continuò salvo durante le guerre e nei primi anni del secondo dopoguerra. La causa di questa sospensione furono le delicate situazioni politiche di allora, ma questa è oramai storia vecchia ed il pellegrinaggio ora è più che mai segno di fratellanza. Il Santuario di Luggau è meta di pellegrinaggi anche dalla Carnia e dalla Corinzia e testimonia i fitti contatti che sempre hanno legato queste popolazioni. Le previsioni del tempo per il fine settimana sono in ogni caso buone e quindi tutto dovrebbe andare per il meglio.Alessandro Mauro

Sappada. Nel 2004 la 200ª edizione: ma lo spirito è rimasto immutato nei secoli
A Luggau, tra fede e tradizione
Il pellegrinaggio raccoglie ogni anno più proseliti

di Matteo Reolon

SAPPADA. Il prossimo settembre saranno 200 anni. Da tanto dura il tradizionale pellegrinaggio dei sappadini a Maria Luggau (nelle foto, quello di quest'anno). Nel 1804, infatti, gli abitanti di Plodn fecero voto di recarvisi ogni anno per pregare la Madonna affinché intercedesse contro la peste bovina che stava creando grossi problemi all'economia agricola della valle.
Oggi Sappada è un paese molto diverso, votato al turismo ma con un encomiabile attaccamento alla lingua ed alle tradizioni, tra cui appunto tale pellegrinaggio. Oltre ai sappadini doc, erano presenti anche altre comunità della provincia di Belluno (soprattutto di Domegge) e della Carnia, tra cui il folto gruppo dell'altra isola germanofona di Sauris, partito a piedi già il giorno prima. Alle 3 di mattina di sabato si sono radunate circa 300 persone davanti alla chiesetta di Cima Sappada e la processione è partita verso le sorgenti del Piave risalendo la bellissima Val Sesis. Un'atmosfera molto suggestiva, in cui i pellegrini hanno pregato e intonato canti sacri, illuminati dalla flebile luce dalle torce sotto un meraviglioso cielo stellato. Alle sorgenti si sono aggiunte altre persone portando i partecipanti a 497, numero che è in costante aumento ogni anno. La lunga colonna ha raggiunto quindi il rifugio Calvi, all'alba di una giornata dal tempo perfetto, scendendo poi in territorio austriaco per arrivare a Luggau verso le 11. Prima dell'ingresso in paese si è svolta la tradizionale messa nella chiesetta di Frohne. La mattina successiva si è svolta la messa nella basilica barocca, uno dei santuari mariani più importanti d'Europa, che a stento riusciva a contenere i tanti fedeli. Dopo aver assistito alla sfilata della banda musicale di Maria Luggau, a testimonianza del profondo legame esistente tra le due comunità, la lunga colonna è ripartita verso casa. Il pellegrinaggio si è concluso con il "Te Deum" alle 8 di domenica sera nella chiesa arcipretale di Sappada, gremita di fedeli e con decine di zaini ammucchiati all'entrata. Dopo 60 km a piedi in 2 giorni, le facce dei pellegrini erano stanche; ma in tutti era ben visibile l'entusiasmo per aver partecipato a qualcosa di veramente speciale. Non solo una tradizione plurisecolare, ma anche un pellegrinaggio d'altri tempi, un momento mistico esaltato dalla bellezza dei paesaggi che si attraversano. Ogni pellegrino va a Luggau con motivazioni diverse, ma ciò che stupisce è l'armonia che si crea durante il viaggio, amicizie che nascono per strada e che durano nel tempo, un momento di aggregazione tra persone di tutte le età e di comunità diverse. E' forse per tutti questi motivi messi insieme che si è passati dalle poche decine di partecipanti di anni fa ai numeri di oggi, senza tuttavia snaturare il profondo significato del pellegrinaggio.

Il pellegrinaggio del Comelico attraverso il passo di Cima Vallona

La cronaca ......dai giornali...

Venerdì, 9 Giugno 2006-dal quotidiano "IL GAZZETTINO" Cadore-Comelico
COMELICO SUPERIORE - (lec) Il cammino ...
COMELICO SUPERIORE - (lec) Il cammino di Luggau. Da secoli la gente del Comelico percorre a piedi i sentieri di montagna, oltrepassando il confine con l'Austria per raggiungere il santuario della Madonna di Luggau. Una devozione nata in questo paese della Carinzia nel 1500, e diffusasi nelle regioni limitrofe, tra le quali il Cadore e il Friuli.

Da Comelico Superiore, attraverso il passo Cima Vallona, un gruppo di pellegrini partirà domenica 11 giugno alle 4.30 da Sega Digon per raggiungere Untertilliach e poi Luggau alle 14.30. Otto ore di cammino, con alcune soste, che consentiranno alle persone meno allenate di recuperare le forze. Alle 15.30, nella chiesa del paese austriaco, sarà celebrata un messa dal parroco di Santo Stefano, don Diego Soravia Gnocco.

È il decimo anno che Bruno Gasperina Burnello, del Gruppo "La Stua", si mette alla testa di un centinaio di camminatori per tradizione religiosa. Un gruppo in costante aumento, da tutto il Comelico, ma anche da Cadore e dal bellunese. A quelli che parteciperanno domenica al "Cammino di Luggau" è consigliato di attrezzarsi per passaggi su tratti ancora innevati sul versante nord del Palombino. Per il ritorno è a disposizione un pullman e quanti intendano servirsene sono invitati a prenotarsi entro giovedì 8 giugno ai numeri 0435.68425 o 0435.67129.

Martedì, 13 Giugno 2006-dal quotidiano "IL GAZZETTINO" Cadore-Comelico
Comelico Superiore
(lec) Una ...
Comelico Superiore

(lec) Una ottantina di persone hanno percorso a piedi gli antichi sentieri dei pellegrini del Comelico verso il santuario di Maria Luggau. Dal Pian dela Mola, qualche chilometro più a nord di Sega Digon, attraverso il passo di Cima Vallona, dove quattro croci ricordano altrettanti giovani assassinati nel 1967 da un attentato terroristico di matrice tirolese, attraverso la vallata di Lesachtal, fino al paesino carinziano, dove da secoli è venerata una statuetta della Addolorata. Tradizione religiosa e passione escursionistica si sono fuse in una giornata di sole e brezza. Accolti dal priore del convento, i pellegrini del Comelico hanno partecipato alla messa.

Domenica, 18 Giugno 2006-dal quotidiano "IL GAZZETTINO" Cadore-Comelico
Dal Comelgo na otantina d parsone su pi tröis dle monte fin al santuario dla Carintia sui pase di vecies pelegrins finamai dal mile e siözento
A pé a Luggau par parié la Madona
Comelgo

La devozion dal Comelgo pla Madona d Luggau fonda el so radis zi secui pasade. Sto pöiduto dla Carintia iné abastanza arente a la Ciargna e al Comelgo, parcheche la Lesachtal iné proprio dòi al Palonbin e al Peralba. E la fama de sta madonuta inera bel slargeda ncamò zal Siözento, visto ch se ceta documöinte gno ch vögn ricordade parsone dal Comelgo ch dee a parié là inze.

Par secui i comeliane iné dude a pé otra el monte d confin fin a Luggau par domandà na grazia o snoma par parié la Madona. Finamai a mité dl Otzento, cuön che inà tacó a sofié sote l odio par i todöse, primo col guere d indipendenza par föi l unité d Italia e dopo co la guera granda, al mazelo d omin e natura, era senpro stada bona armonia e respeto intrà d ladins dal Comelgo e todöse dal Tirol e dla Carintia.

Ma gauda di sasins ch manda i eserciti e inpiza le guere ste valade d confin a scognù sta sarade par un secul. Finalmöinte da i ane Zincuanta la dente à tornó a tacà a mövse con pi trancuilité e anche i pelegrins d Luggau à podù tornà a parié la madonuta.Cöi ch iné dude a pé dmönia pasada otra Valona inà caminó ple vece transiöre di so veces, pariön col rosario e col tanie, co na camineda d növe ore. Picsöia era dente da Comelgo d Sora, ma anche dal Cadore. Al piavön d Sa Stefin, don Diego Soravia Gnocco, inà resistù caminön fin a Luggau e à dit la mösa zla basilica dedicheda a la Madona. Par viado, intrà un rosario e l autro, propro da li iné gnuda fora na proposta ch saraa polito portà inante par al prosmo pelegrinagio dal 2007. Visto che da Comelgo d Sote era pöcia dente, saraa da organisé un grupo ch parta da Visdende, faza la strada de Dignas e otra la forzela rive du dal lago Klapsee, gno che riva anche cöi ch vögn du da Valona.

Ilò i dòi grupes faraa na unica porzesion de duto al Comelgo e diraa inante verso Luggau. Al tröi d Luggau iné ciarió d ricorde dla tradizion religiosa dal Comelgo e cöi ch volösa tornà a rendi vive saraa polito chi se inzarze par al prosmo ön.

Lucio Eicher Clere

Cronaca fotografica del percorso...

Il passaggio a Malga Melin... ...spunta l'alba sui Longerin... ...don Diego... una preghiera.. ...il viaggio prosegue...
...su in alto il valico.. ...insiste ancora la neve... ...il valico di Cima Vallona-2362 mt... .una preghiera prima della discesa...
...versante austriaco-il Palombino... ... ...in fondo alla valle... ...una sosta...
... ...si riprende nella valle del Gail... ... ...ultima sosta...
...questa signora, ogni anno, offre il caffè... ...sull'asfalto verso la mèta... ... ...
...arrivati... ...il Priore della Basilica si fa incontro con i gonfaloni... ...la Basilica.