Il Comelico - uno degli angoli
più suggestivi del Bellunese - è zona di splendori
paesaggistici, ma, come tanti altri posti di montagna, non
certamente ricco. Attività tipicamente... montanare, dunque,
oltre a quella che per lungo tempo fu una del le soluzioni
comuni alla provincia di Belluno: l'emigrazione. E però, qui
sono nate e si sono sviluppate diverse iniziative in ambito
turistico, per accrescere l'interesse dei villeggianti.
Se negli anni Sessanta, dopo la
tremenda alluvione che anche qui aveva lasciato segni profondi,
si pensò ad istituire una «Strada del le malghe», e se in
seguito si lanciò un «Festival del fiore di montagna», adesso
si è fatto qualcosa d'altro. A Costalissoio (che vuol dire «Costa
del sole », a pochi passi da Santo Stefano, quota 1249), la
Regola locale ha voluto allestire nientemeno che un piccolo
museo: è il «Museo d'arte surrealista», legato al nome di un
personaggio assai noto in campo nazionale, ma che qui affonda
parte del le sue radici.
È Luigi Regianini, pittore,
scultore e grafico nato a Milano nel 1930, allievo a Brera di
Francesco Messina e Giacomo Manzù. Perché lui e non un altro
artista a Costalissoio è spiegato da quella parte di «radici»
di cui si diceva prima: infatti se il padre era lombardo, la
parte materna era di qui. Il museo, un vero e proprio «gioiellino
del surrealismo», rientra peraltro in un «Pacchetto Costa del
Sole » che la Regola di Costalissoio ha progettato per far
scoprire il sito, le sue bellezze paesaggistiche e
naturalistiche, le sue potenzialità turistiche, i suoi
sentieri, le sue leggende, le sue tradizioni a un pubblico
vasto.
Primo impegno di questo «Pacchetto»,
il museo del surrealismo che proprio perché realizzato in una
zona dove nessuno lo immaginerebbe, sarà in grado di attirare
curiosità e interessi. Senza dimenticare che, pur non essendo
cadorino (ma bellunese, comunque), un autore surrealista come
Dino Buzzati qui era di casa.
Quanto a... precedenti «illustri»,
peraltro, Costalissoio ne può vantare, per dire che questa
iniziativa non si pone come elemento isolato da un contesto che
le era estraneo. Sul piano storico-civile, va ricordato don
Angelo Arnoldo (1872-1948), cappellano del 7° Reggimento
Alpini, che in Comelico frugò ogni angolo, tra anfratti e
pietraie, alla ricerca del le salme dei caduti durante la Grande
Guerra, per il loro recupero e dar loro degna sepoltura nel
cimitero militare di Santo Stefano. Ne recuperò quasi mille, e
la sua opera venne riconosciuta a livello nazionale.
Ancora: nell'estate 1906, il
principe Scipione Borghese si era accampato e allenato in val
Visdende per prepararsi al Raid Pechino-Parigi, mitica impresa
portata a termine l'anno successivo insieme a Barzini e a
Guizzardi.
Sotto il profilo artistico, qui
esistevano alcune testimonianze di notevole significato
pittorico. Nel 1929, Giovanni Zanzotto, padre del poeta Andrea,
realizzò alla Santissima Trinità una grande pittura -
encausto, avvalendosi di un garzone che sarebbe diventato
famoso, il figlio stesso Andrea, appunto, che nel 2000, dopo 71
anni, è qui tornato per rivedere il paese e l'opera paterna.
Infine, nella sala del la Regola c'è un grande affresco di Vico
Calabrò (il Cristo dei Regolieri), per non parlare di un
significativo altorilievo di Augusto Murer riferito alla Grande
Guerra.
Ecco: in questo contesto si è
inserito il museo intitolato al surrealista Luigi Regianini. Si
tratta del l'esposizione di 35 sue opere, molte del le quali
ispirate dal paesaggio di Costalta (dove nacque la madre) e di
tutta la val Visdende, angolo stupendo del Comelico.
Il museo è diviso in tre
settori (o sezioni). Spiega lo stesso Regianini: «Nel primo
sono esposte le opere che hanno come tema la storia del paese,
con le streghe, i boschi, un memorabile incendio, e anche la
figura di Andrea Zanzotto. Nel secondo settore, ecco un
surrealismo «più dolce», con immagini di fiori e
interpretazioni del la città di Venezia. Infine, il terzo
settore ospita le espressioni del mio vero stile, che insiste
nell'indagine sull'esistenza: il tema del la morte e anche
quello del l'orrido». Il museo da poco aperto è visitabile nei
periodi del l'afflusso turistico in zona; dunque, durante le
festività natalizie, a Pasqua e nel periodo estivo.
Giovanni Lugaresi
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