SANTO STEFANO. È morto mercoledì sera a Milano,
all'ospedale San Paolo dove era ricoverato dal
pomeriggio, il pittore Luigi Regianini.
Milanese, ma legato alle montagne del Cadore
dalle radici materne. Lascia la moglie Angela De
Villa, nativa di Costalta di Cadore, e la figlia
Ludovica.
A lui è intitolato il Museo del Surrealismo
di Costalissoio e proprio questa estate tutto il
Comelico lo aveva festeggiato nella piazzetta
dell'Emigrante, dietro il municipio di Santo
Stefano di Cadore, su iniziativa del Comune e
della Regola di Costalissoio, conferendogli un
riconoscimento che lo aveva commosso: «Al
maestro Luigi Regianini, pittore surrealista,
per l'amicizia sempre dimostrata con le sue
opere al territorio».
«Lo ricordo», dice il sindaco Alessandra
Buzzo, «come una persona particolarmente arguta,
attiva, vivace, intensamente legata alle nostre
montagne ed anche all'amministrazione comunale.
Ci aveva donato anche alcune sue opere che
custodiamo con grande affetto. Con la sua arte
ha portato lustro alla nostra terra e sono
vicina, in questo momento di dolore, alla moglie
ed alla figlia».
Milanese, classe 1930, alle spalle
trentasette anni di insegnamento nelle scuole,
almeno 1.500 quadri prodotti, molti dei quali di
grandi dimensioni, oltre 300 mostre, una
passione per la montagna che gli derivava dalla
madre cadorina (Florinda Casanova Municchia,
nativa di Costalta) e dai periodi estivi
trascorsi su questi monti, Luigi Regianini era
il pittore surrealista delle Dolomiti. Amava
definirsi «un monaco che dipinge con le ciglia
dei pipistrelli» e di sé diceva ancora: «Indago
l'assurdo della vita con la mia personale
religione, il surrealismo». Negli ultimi anni la
sua attività artistica era stata fortemente
impregnata di un surrealismo macabro e
pessimista, alla ricerca spasmodica di immagini
forti e dense («pugni allo stomaco e al cuore di
chi guarda») finalizzate a scuotere le
coscienze, in cui la morte ed il ridicolo della
vita si rincorrono in una danza macabra, non
senza le indispensabili venature dell'ironia.
A lui è stato dedicato il Museo del
Surrealismo di Costalissoio. «Una nicchia di
originalità», come è solito definirlo il suo
amico giornalista Guido Buzzo, con dipinti sulla
storia, le leggende ed i personaggi del paese;
opere contraddistinte da un surrealismo più
dolce e romantico; ed altre con tematiche
filosofiche ed esistenziali più audaci, con una
serrata indagine sull'esistenza, sul tema della
morte e anche sull'orrido (si veda il sito
www.regianini.it). E sono davvero molti ed assai
significativi i dipinti che Regianini ha
realizzato proprio sul Comelico, sovente su
ispirazione dello stesso Guido Buzzo, e poi
donato al territorio. Si ricordano, ad esempio,
quelli dedicati a Giovanni Paolo I ed a Giovanni
Paolo II, quello sul raid Pechino-Parigi, quello
creato in occasione del Meeting delle Regole del
2010, quello che si trova in municipio e
rappresenta il Comelico come parte delle
Dolomiti Unesco. Un’intensa attività che gli ha
meritato l’affetto e l’ammirazione della gente
del Comelico e dei turisti che salivano a
Costalissoio anche perché incuriositi dal suo
singolare museo.
Stefano Vietina