I   "Signori" di Costalissoio

Casa ex Bettina a Costalissoio
(ora ristrutturata, sede degli uffici della Regola e condominio privato) 

Nessun titolo nobiliare, niente palazzi con stemmi di casato, i "Signori" di Costalissoio erano dei "possidenti" e non tanto per il "palazzo" quanto per le terre e i boschi da cui derivavano gli elementi fondamentali per vivere.

Sarà poco romantico, ma nei secoli scorsi, potersi riempire "la pancia " era difficile per buona parte degli abitanti. 

Lo abbiamo sempre chiamato "il Palazzo" e solo ultimamente, in occasione della sua ristrutturazione, la Regola, con definizione appropriata, lo chiamava "casa ex Bettina".

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Così scrive don Aurelio Frezza nel Bollettino Parrocchiale
NOTIZIE STORICHE

     Le notizie, che seguono, sono state raccolte dalla viva voce di un anziano, ora passato a miglior vita, da lui stesso apprese dalla tradizione orale: hanno perciò un valore relativo e seguono il filo del discorso popolare.
     Dice l'anziano: la casa più vecchia del paese era la dove ora c'è la casa dei Puro. Apparteneva ai De Mario Poretta (famiglia estinta o in via di estinzione), i veri De Mario, dai quali ebbero origine gli altri De Mario.
     La dove c'è la casa dei Boi, era la casa dei Marii
(da intendersi come i De Mario al plurale)(impresari che innalzarono la chiesa nel 1848). Famiglia facoltosa e importante in paese, dopo i Bettina. Gli ultimi dovevano essere un geometra e suo padre assessore comunale e un vecchio zio scapolo. Come avviene spesso, questi curavano diligentemente i propri interessi, anche a scapito della collettività.
     Ma si trovarono di fronte un don Innocente Frescura, che contrastava loro il passo e lottava per tutelare gli interessi della povera gente e, per questo si metteva sempre negli affari della frazione.
     E' illuminante questo episodio. Don Innocente si dava un gran daffare per convincere i possessori di un animale da latte a fondare una latteria sociale, perché mal tollerava che costoro si accontentassero di ricavare e mangiare le "ballotte di latte agro".
     Quelli che facevano il buon formaggio e lo vendevano in paese, a prezzi da loro fissati, erano i Marii.
     La diffidenza e la paura di restare imbrogliati rendevano difficile la riuscita dell'iniziativa. Ma don Innocente riuscì a spuntarla e a convincere perfino l'assessore e suo figlio geometra.
    Ma quando costoro ne fecero parola in famiglia, trovarono l'opposizione decisa del vecchio zio, chiamato "buliffa" perchè sempre intento a rimestare la brace e a sollevare faville.
    Costui saltò su a dire:  e dopo andrai tu a comprare formaggio da chi ha una mucca sola.
     Chissà cosa voleva dire. Diffidenza o paura di non poter più vendere il proprio formaggio. Egoismo, quindi.
     Dice: sono andati estinti per l'egoismo. Infatti l'ultimo, geometra, si trovò a morire, nella casa Bettina dopo l'incendio del 1884, carico di debiti per la mala amministrazione. Nemesi della storia!
    L'altra famiglia, ricca e influente, erano i Bettina, di cui si è parlato in quanto forniva notai e reggitori della Regola e della Fabbriceria.
     Questa famiglia possedeva tutti i terreni dalla vasca di Casada fino ai boschi. I Bettina ne erano diventati proprietari con l'intromettersi nelle questioni, che sorgevano tra una famiglia e l'altra, facendosi mediatori o conciliatori a pagamento ( tra i due litiganti il terzo gode!) e con il prestar denaro a forte interesse: dato che i debitori a stento potevano saldare i loro debiti, i Bettina si rifacevano appropriandosi dei terreni, sui quali mettevano l'ipoteca.
     A questo punto, dice, la povera gente era costretta a lavorare sui terreni dei Bettina per il compenso di un po' di latte, di pane nero, di minestra.
    Quanta miseria, esclama.
     Ma anche per i Bettina giunge l'ora del fallimento. Ricorda l'ultimo Bettina, sior Giacomo, che andò a fare il farmacista a Mare. Aveva sei figlie e non un maschio: motivo di esasperazione per il Giacomo Bettina e di umiliazione per la moglie. Qui si inserisce un episodio incredibile.
     La moglie del Bettina, quando era alla vigilia del settimo parto, si mette d'accordo con un'altra donna pure in stato di gravidanza avanzata.
     Partoriscono nella medesima notte. E siccome l'una da regolarmente alla luce una femmina e l'altra, una De ........, un maschio, i due neonati vengono scambiati, all'insaputa del Bettina.
     Sior Giacomo, quando, la mattina dopo, gli fanno vedere il maschietto, sarebbe rimasto perplesso e avrebbe esclamato: eh, da questo vien fuori poco di buono.
     Se non è vera, è bene inventata, dico io.
     Ne combinavano di tutti i colori, aggiunge. Il figlio, fatto grande, sposò una da Sacile, che non voleva a tutti i costi abitare quassù. E allora l'ultimo Bettina vendette tutto alla frazione, palazzo e terreni.
    Così dei Bettina e delle loro proprietà, in paese, non restò più nulla.