Appunti storici
Un po' di storia nostra: LEGATI
ED AFFRANCAZIONI
( da "appunti storici" -
bollettino parrocchiale - redatto da don Aurelio Frezza)
*legato: disposizione a
titolo particolare con cui una persona, detta legante, attribuisce ad un'altra,
detta legatario, uno o più beni determinati per il tempo dopo la propria morte.
Fonti del legato sono le disposizioni testamentarie.
*affrancare: rendere franco, libero,
esente da vincoli, gravami e simili: affrancare un immobile dalla servitù.
(....siamo sotto il dominio del Patriarcato di Aquileia e per legati si
intendono quei testamenti dove si impegnavano gli eredi a versare ogni anno alla
chiesa una certa somma.)
Dai testamenti del
1408 e del 1650 si è visto che le eredità venivano gravate da Legati perpetui,
tanto che, col passare del tempo e la suddivisione delle famiglie e dei beni
stessi, la possibilità di soddisfare il legato si rendeva difficile, e le
lamentele e querele delle famiglie interessate aumentava sempre più.
Allora si cominciò a ricorrere allo strumento delle
affrancazioni.
Nel 1745, in occasione della Visita Pastorale del Patriarca
Daniele Delfino, viene consegnata nelle mani dello stesso domanda di
affrancazione dei legati gravanti sui terreni a beneficio della chiesa.
Il Patriarca concede l'affrancazione per i legati che non
sorpassano la somma di soldi 10 annui, quindi non per legati di importi
superiore. Il proprietario del terreno, per vedersi liberato per sempre dal
dovere di pagare ogni anno il legato, doveva versare lire 2 per ogni soldo annuo
una volta tanto. La somma totale derivante da queste affrancazioni dovevasi
investire in un solo capitale a beneficio della chiesa.
Nel 1773 un'altra domanda di affrancazione è accolta. Questa
volta i debitori dovevano pagare lire 24 per ogni soldo annuo di legato e la
somma totale (che risultò di lire 333,10) doveva essere investita a norma della
legge 12-10-1769 a beneficio del "venerando Lume della SS. Trinità di
questa villa".
Anche questa volta l'affrancazione è concessa a motivo che
di giorno in giorno la corresponsione dei legati andavano diminuendo,
annichilandosi, per le molteplici divisioni dei fuochi, estinzione delle case e,
quel che è peggio, per la mancanza dei buoni. Così scrivevano i deputati della
chiesa Bortolo Antonio Bettina, Giovanni De Mario e GioBatta Quondan Zuanne De
Bettin.
Nel 1852 la situazione medesima si ripresenta, sia per alcuni
legati non affrancati sia per altri imposti nel frattempo.
Erano 17 le famiglie o eredi che dovevano fare il pane, ogni
anno, per gli abitanti del paese. Questi erano aumentati e le quantità di
segala e di formaggio erano sempre le stesse (10 libre di formaggio e 22 calvie
di segala); quindi ai motivi già precedentemente adotti, si aggiungeva la
difficoltà di accontentare tutti. Di qui l'esposto di chiedere l'affrancazione
delle limosine del pane. L'Economo Zannantoni risponde agli interessati, cioè
ai debitori, che prima di inoltrare alla Superiore Autorità la loro domanda,
occorreva che raccogliessero l'adesione o firma dei capi-famiglia, che con tale
atto rinunciassero per sempre a queste limosine e dicessero in quale modo
dovesse essere utilizzato il ricavo.
Sono 82 i capi-famiglia che, con apposito documento,
rinunciano al loro diritto e stabiliscono che il ricavato di questa operazione
debba andare a beneficio della nuova chiesa. Nell'agosto dello stesso anno
Antonio Gava Vescovo di Belluno concede l'affrancazione con la condizione che la
somma ricavata sia convertita in capitale attivo a beneficio della chiesa.
Ecco un esempio di come trattavano queste questioni:
Costalissoio 1745, 29 luglio.
Ill.mo e Rev.mo Patriarca.
La Veneranda Chiesa
filiale della SS. Trinità di Costalissojo soggetta alla Parrocchiale di S.
Stefano, quantunque abbia e tenga una sua rendita ed in parte di quella consista
in certi piccoli legati annui fondati sopra Beni stabili da pagarsi da più
famiglie particolari, ed essendo questi in parte contenciosi ed inesigibili a
motivo che le famiglie stesse sono divise ed eziandio per le rendite dei Beni
stessi seguiti senza l'obbligo dell'aggravio di essi legati, e che tuttogiorno
pericolano di sminuirsi. Perciò umilmente per nome ed istanza dei Sindaci
attuali della precitata chiesa s'implora da Sua Signoria Ill.ma e Rev.ma che
resti impartita facoltà, permissione e licenza alli predetti Sindici di poter
affrancare li legati stessi non solo contenciosi, ma per anco li legittimi e non
resi contenciosi, trattandosi di minuzziole e di poca summa per indi poi col suo
vantaggio ed accrescimento prescritto dalle leggi ecclesiastiche esser vantaggio
e beneficio d'essa chiesa, che tanto resta riverentemente da Sua Signoria
Ill.ma e Rev.ma implorato ad ogni buon retto fine, acciò degni
permettere la licenza stessa per l'effetto sopracitato a maggior gloria e lode
del Signor Iddio.
Risposta
Mons. Ill.mo e
Rev.mo Patriarca veduta la premessa e riverente supplica presentata per nome de
Sindaci attuali della Ven.da Chiesa della SS. Trinità di Costalissoio ha
benignamente concessa facoltà di poter affrancarsi di quei piccioli legati che
non sorpassano la summa di soldi dieci di censo all'anno dovendo pagare per ogni
soldo di censo lire 2. Qual dinaro così affrancato avrà a dipositarsi in mano
di Sindici pro tempore ad effetto che dopo unite le affrancazioni s'abbia a fare
un solo capitale ed investirlo colle debite cauzioni, così sia e nel miglior
modo.
Dato in S. Stefano nella Visita Patriarcale li 29 luglio
1745.
Daniello Patriarca d'Acquileia
N.B. - Si potrebbe domandare a questo punto: questi capitali, che risultano
formati nel corso di questi ultimi secoli, che fine hanno fatto? Poiché la
chiesa poteva godere solo gli interessi. Non so. So soltanto che funziona ancora
una cartella di Rendita Pubblica che da ogni anno la somma di £. 52 (diconsi
cinquantadue). Effetti delle varie svalutazioni.