....al passo di Cima Vallona mt. 2.362
Possibilità di arrivare con mezzo
motorizzato fino a Casera Melin. Dalla casera al passo di Cima Vallona circa ore
1,30 su tracciato tranquillo. Mèta turistica e ricordo di storia recente
(1967) con i fatti descritti a fondo pagina.
Percorso: dalla statale per Candide-P.sso Monte Croce a Sega Digon deviazione a
destra per Cappella Tamai, sopra la chiesetta deviazione a sinistra lungo la
strada che costeggia il torrente Digon. Al primo bivio l'indicazione per Casera
Melin.
Quadro esposta nella chiesetta ricordo a Tamai-Costa>>>>>>>> |
Il passo: a sinistra il traliccio dell'alta tensione oggetto dell'attentato del 1967, a destra le creste del Palombino
Cappella Tamai- Chiesetta dedicata ai Caduti di Cima Vallona |
...il bivio (a destra) verso casera Melin |
....Casera Melin |
...prima parte del tragitto |
...ci "accompagnano" le creste del Palombinio |
...ed i Longerin.. |
...i fili dell'alta tensione (purtroppo!) |
....scorgiamo il bivacco "Piva" |
..poco oltre la deviazione per il bivacco la visuale arriva |
fino al passo. Il capitello a ricordo dei 4 caduti... |
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e poco sopra le prime 3 croci sul punto minato... |
..poco oltre la quarta croce vicina al passo |
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.....l'Angelo "vigila" sul Passo |
....vista verso le creste di confine e il Peralba |
....il passo del Palombino e la cresta di Val Vissada.. |
....la valle del Gail-Austria |
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...la cresta di Spina e il Quaternà. Il maltempo incombente |
non permette di documentare bene il panorama dal Popera alle Dolomiti di Sesto.....apprezzabile in questa occasione |
la possibilità di riparo offerto dal bivacco. |
Un'ultimo sguardo verso il fondo valle da dove siamo partiti. |
Dalla tragedia uno spunto poetico Cima Vallona
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Dall'opuscolo "In memoria delle vittime di Cima Vallona" - R. CAZZOLI- La chiesa eretta nella Valle del Digon - Comelico" (1970)
IL FATTO (25 giugno 1967) avviene nel
contesto di azioni terroristiche di gruppi che rivendicano l'appartenenza
dell'Alto Adige al Sud-Tirolo Austria:.......Prima a giungere nella zona
dell'insidia è una pattuglia di alpini del Battaglione "Val Cismon"
al comando di un capitano, a cui si è unito il tenente della Guardia di Finanza
che ha giurisdizione nella zona. Era stata udita, nella notte, una violenta
esplosione verso il passo di Cima Vallona e si presumeva fosse stato fatto
saltare, come altra volta era accaduto, un traliccio dell'alta tensione. La
pattuglia, raggiunta la zona del Passo, muove con circospezione attorno al
traliccio che era stato effettivamente divelto, marciano in fila, un passo
dietro l'altro. In testa l'ufficiale degli alpini (capitano Alamari) ed il
tenente di Finanza (Marinetti) seguiti dall'alpino Piva Armando e dagli altri.
Improvvisamente uno scoppio ed il Piva è sbalzato sanguinante fuori dalla fila.
Gli altri: indenni. Allarme generale. Il Comandante del IV C:A: invia
immediatamente sul posto con un elicottero, personale specializzato
antisabotaggio. Per tutta la mattinata si gira attorno alla zona del crimine
alla ricerca di altre possibili insidie; da Santo Stefano arriva il comandante
del Btg. "Val Cismon" Ten. Col. Costanzo con altri alpini e la zona è
ancora ripetutamente calpestata, percorsa e ripercorsa senza rivelare ulteriori
insidie. Alle 15 il gruppo degli antisabotaggio al comando del capitano Gentile,
ridiscende a piedi verso il fondovalle seguendo a distanza gli altri
gruppi che già si erano incamminati; viene oltrepassato il punto ove era
caduto l'alpino Piva e, 300 metri più a valle, la tragedia. Una violenta
esplosione investe l'intero gruppo di sei uomini. Uno solo di essi è indenne,
un'altro è ferito gravemente: il sergente maggiore paracadutista Marcello
Fagnani; gli altri dilaniati, maciullati. Una vera roulette russa; un destino
inesorabilmente segnato. .......
IL RICORDO: la
chiesetta a Cappella Tamai
PERCHE' LE POPOLAZIONI DEL COMELICO HANNO VOLUTO RICORDARE I CADUTI DI CIMA VALLONA
Il 25 giugno 1967 un'ondata di sdegno esplose in
Italia per il proditorio eccidio di Cima Vallona. Un capitano dei carabinieri:
Francesco Gentile; due paracadutisti: il sottotenente Mario Di Lecce ed il
sergente Olivo Dordi; un alpino del battaglione "Val Cismon": Armando
Piva, perivano nell'imboscata, dilaniati da scoppio di trappole esplosive.
Sembrò, allora, che l'opinione pubblica non potesse placarsi per l'indignazione
ed il risentimento, ma bastarono invece pochi giorni perchè un fatto, pur tanto
increscioso, perdesse di attualità passando al ruolo dei ricordi.
........alcune popolazioni non poterono dimenticare perchè chiamate
direttamente in causa da un contesto di analoghe, secolari vicende locali: le
popolazioni del Comelico.
........Così nella valle del Digon, ad un bivio della strada che porta al
confine, ove prima sorgeva un altariolo in località denominata Cappella Tamai,
spicca ora, nella radura del bosco, l'ampia velatura del tetto in scandole
d'una chiesetta che sembra nata sul posto tanto mirabilmente si fonde con
l'ambiente circostante. Là le Vittime di Cima Vallona e con esse tutti i Caduti
delle Forze Armate che sono stati sacrificati per la questione dell'Alto Adige,
non potranno essere dimenticati.
LA CHIESA (1970)
La chiesa ricalca vagamente la sagoma d'una tenda piantata nel bosco.
L'ampia velatura del tetto in scandole, che scende fino ad agganciarsi ai
plinti di una grande piattaforma di cemento, perde nella sua
movimentazione ogni rigidità in sintonia con l'ondeggiare dei boschi
circostanti. Di concezione moderna, se pur intonata alle tradizioni locali, è
stata realizzata su progetto del perito industriale Neri Valmassoi con la
collaborazione dei geometri Mauro Gant ed Enzo Dall'Asta e del disegnatore Mario
Carbonio; tutti alpini della Sezione Cadore i quali hanno contribuito, con lo
stesso merito, in comunione di idee, a tradurre nel legno, nel cemento, nel
ferro, le comuni esperienze d'un modo di sentire l'opera di pietà sotto lo
stimolo della passione alpina.
La sua realizzazione è stato un miracolo di solidarietà
alpina.
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