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DEL PIAVE,
DELLA SUA SORGENTE, DEL SUO CORSO
CONSIDERAZIONI DI
GIUSEPPE FONTANA
PIEVE DI CADORE - 1932 Tipografia "Tiziano»
F.lli Genova
« Le ricerche erudite non possono attere qualche ttalore, se non abbracciano molti particolari, e non tengono conto delle più piccole minuzie .... . . . . nelle questioni riguardanti l'antichità e le origini raro è che si possa avere piena certezza ; e chi ottenga una certa verosimiglianza dee stimarsi aver fatto molto. »
GIOBERTI
DOVE NASCE IL PIAVE
Nei testi scolastici e in ogni libro che di ciò tratta si legge che il Piave nasce dal Monte Peralba, e, se ciò è esatto, non è certamente sufficiente per definire la vera origine del Piave : il Peralba è uno dei monti più maestosi delle Alpi Cadorine ed è facile comprendere come esso possa dare origine a varie sorgenti.
Ma di queste qual' è la sorgente del Piave ? Non sembra facile rispondere alla domanda. C' è chi dice che il Piave è quello che scende per la Val Visdende, c' è chi sostiene esser quello che passa per Sappada e c' è, infine, chi afferma essere il Piave 1* uno .... e 1' altro.
Ci fu un funzionario che fece stampare nelle sue carte da visita : « Commissario di S. Pietro ove nasce il sacro fiume Piave » e tanta sicurezza ebbe un bel colpo dal Comune di Sappada che largamente contribuì a far sorgere nel proprio territorio — alle sorgenti del Piave — un bellissimo rifugio alpino.
In conclusione ancor oggi nulla si sa di preciso : la questione è sempre viva e le varie tesi scorrono or lente e quiete, or impetuose, senza trovare una giusta via.
Un anonimo articolista scriveva: (1) «A noi poco importa, perchè consideriamo che il Fiume Sacro nasce e scorre in Italia e sbocca nell' italianissimo Adriatico. » La considerazione è filosofica, non è giusto però quel a noi poco importa. Importa invece ; importa che cessino le incresciose e inconcludenti polemiche; importa che ognuno si spogli dal gretto campanilismo; importa si comprenda che nessun onore viene al Comune che per combinazione dà i natali al Piave. Nessun onore a Sappada, nessun onore a S. Pietro, ma un dovere preciso per entrambi : studiare la questione e risolverla.
Risolverla e farsi promotori affinchè lassù, alla vera culla del fiume sacro alla Vittoria Italica, al cospetto dei monti del Cadore e della Carnia sorga un segno che ricordi nei secoli, in un insieme simbolico, i gloriosi Caduti dell' Alpe, del Piano e del Mare.
[1] Sul Gazzettino marzo 1928.
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Qual' è dunque la sorgente del Piave ?
A nostro modesto parere la vera sorgente del Piave è nell' Alta Valle Sesis (in sappadino Zez) presso la distrutta Casera Sesis di Sopra, a m. 1817 s. m., sotto la parete sud del Peralba, tra questo e il Col di Caneva.
Qui, entro i confini territoriali di Sappada, (vedi foglio mappale n. 1 censuario di Sesis, nel comune amministrativo di Sappada), 1' acqua si spande formando dapprima una paludella, che poi si raccoglie in un limpido ruscello e scende precipitoso alla Casera di Sesis di Sotto, dove a metri 1632 si congiunge con un altro ramo che proviene dai pressi del nuovo rifugio Pier Fortunato Calvi, tra il Monte Peralba e il Monte Chiadenis.
Alcuni studiosi ritengono questa la vera sorgente del Piave e 1* Istituto Geografico Militare la segna per esteso a m. 2037 s. m. (l)
Questo corso d’ acqua dopo breve percorso scompare, e, non essendo ancora scientificamente comprovato che 1' altra acqua, che scaturisce più in basso, sia la stessa di prima, non si può asserire sia questa la vera sorgente del Piave.
Comunque sia, i due rivoli scendono da Sesis e attraversano, uniti in uno, la valle di Sappada.
Escludiamo — a priori — che il fiume scendente per Visdende e quello che passa per Sappada possano entrambi chiamarsi Piave. Nessuna ragione ci poteva essere per chiamare i due rami, lunghi vari chilometri, con il medesimo nome. Escludiamo pure che Piave debba chiamarsi quello più ricco d'acqua o più settentrionale. Siamo del parere che la storia non si modifichi con delle misure di capacità e non si basi sulle latitudini.
Quali sono dunque le fonti storiche che dovrebbero avvalorare la nostra tesi ? Sono molte e noi esporremo le maggiori, quelle cioè pervenuteci da storiografi noti per la profondità dei loro studi e per 1* accuratezza dei loro lavori.
[1] Dopo le ricognizioni parziali del 1919.
L'insigne storico del Cadore prof. Antonio Ronzon parla del Piave in vari suoi scritti e nel 1879 intitola con questo nome una sua pubblicazione (l) dove si legge: quivi in mezzo ad una natura severa e gigantesca a m. 2340 sul livello del mare, poco al disotto del livello delle nevi perpetue, da una sorgente limpida e freschissima nasce picciolo e inosservato il Piave rasentando l'orlo dello spartiacque, incerto ancora se
dirigersi ad oriente o ad occidente, e............. bagna dapprima
alla sua destra le quattordici borgate dello stupendo altipiano di Sappada e accresciuto già da vari ruscelli(2>
scende............ là ove riceve l'acqua gemella, che.....................
passando per la stupenda valle di Visdende corre a contendergli il passo.
Con queste righe « 1* Alfiere del Cadore » spezza una lancia in favore della nostra tesi e non è poco quando si consideri che qui come altrove, non ha troppo piacere che il Piave scorra per la terra di Sappada dove, a detto dell' autore, tutto è tedesco. Non ci fermeremo a confutare 1' autore che dice certe beatitudini dei sappadini che fanno sorridere.
Il Piave non bada e tira avanti !
II Ciani nella sua — Storia del popolo cadorino <3) — stampata negli anni 1856-1862 dice: Il Piave .... rampolla dal Sezio o Scesio, che appoggiasi verso Oriente al più eccelso dei Taurisiani, il Peralba, contermino alla Corintia ed alla Carnia, e volto il corso a mezzodì, poi a ponente, entra nell' inferiore Comelico.
Il valente storiografo cadorino non nomina Sappada, che amministrativamente ed ecclesiasticamente apparteneva, un tempo, alla Camia, ma le sue asserzioni sono così precise
che non lasciano luogo ad equivoci.
[1] ANTONIO RONZON - Il "Piace - I. «fa. 1879 - II. ediz. 1924.
[2] Neil- Annuario storico cadorino - Dal Pclmo al Peralba - ed. a Lodi nel 1896 ¡1 RONZON nomina questi ruscelli quali affluenti del Piave.
[3] Padova 1856 e Ceneda 1662 (patte I. ■ Cap. III.).
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Passiamo così al 1842.
Nel settembre di quell' anno a Padova si era tenuta la quarta riunione degli scienziati italiani e una domanda rivolta al vicepresidente di detta riunione indusse il Dr. Giovanni Meneguzzi(1) a porsi in animo di staccare dalle memorie che vado (egli stesso scrive) raggranellando sull'antichità del Cadore il punto concernente il Piave. Queste memorie improntate a grande serietà, molta accuratezza, profondità di studio e di ricerche, sono state pubblicate in un opuscolo intitolato : Del Corso Antico del Piave. (2)
II Dr. Meneguzzi per scartare 1* idea di alcuni studiosi che il Piave nascesse improvvisamente per qualche notabile accidente dice : Il Piave nasce povero rigagnolo alle radici di uno dei più alti monti e lungo il suo corso per le valli di Sappada, di Cadore, di Belluno Va via ingrossandosi a poco a poco.
Più avanti, per determinare la sorgente in modo più preciso, scrive : A confine, tra il Cadore, la Carnia e la Corintia si eleva altissimo monte, il Peralba, una delle vette più sublimi fra le noriche Alpi. Dal lato di questo, che guarda levante, ha l' umile suo principio il 'Piave nel sito detto anche oggidì Monte Sezio. E più sotto seguita : torcendo il cammino verso ponente si conduce (il Piave), rompendo le sue acque fra roccie e derupi spaventevoli nel terreno di Cadore dove, rinforzato dall'ausiliario Cordevole si fa distinguere con il nome di 'Piave. In quest' ultimo brano si riscontra una contraddizione. Il Meneguzzi dice che appena da questo ultimo luogo, cioè, dalla confluenza del Cordevole con 1' acqua che scende da Sappada, assume il nome di Piave mentre prima lo faceva passare con questo nome anche attraverso la valle di Sappada.
Chiaramente si riscontra che questa asserzione 1* ha scritta in ubbidienza alle informazioni per così dire ufficiali, perchè appena un po' - più avanti, come persuaso di un errore e non contento di averlo scritto, continua : il Cordevole che nasce quasi fratello al Piave, sul fianco del 'Peralba, che guarda a sera, e sbocca nella bellissima Valle di Visdende con ricchezza di acqua non minore a quella del Piave, non isdegna
confonderle con lui e cedergli il nome.
[1] di S. Vito di Cadore.
[2] Tip. di Alviiopoli - Venezia 1850.
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Risaliamo ancora nei secoli, al 1782 e aprendo le — Notizie storiche della provincia della Carnia — (,) raccolte dal canonico Niccolò Grassi, a pag. 21 troveremo : In vicinanza al quartiere di Gorto, trae la sua sorgente la Piave fiume assai celebre. Scaturisce questa da certa Montagna chiamata Lezia, e di là per la valle di Sappada passando, per varii circuiti dei monti cadorini, ecc. ecc.
Andando ancora più indietro nel tempo troviamo il Piloni (2) che nel 1607 scriveva : Il Piave nasce ai piedi di un monte che Scese Vien detto e ... . scorrendo .... giunge a
un loco il quale Sappada si dice, fuor della dittione del Cadore. 'Poi di nuovo entra per lochi montuosi ed asperi ed inaccessibili, et seco tolto un altro fiume che Cordevolo si chiama ....
[1] Can. NICCOLÒ GRASSI - Notizie storiche della Prov. della Carnia - Udine 1782.
[2] GIORGIO PILONI - Hìstoria - Venezia 1607 - Il Piloni è uno dei più intigni itorici bellunesi ed eia di famiglia scesa dal Cadore
Abbiamo citato vari studiosi i quali tutti concordemente chiamano Piave il fiume che attraversa Sappada. A questi possiamo unire vari altri che, per scopi turistici, commerciali od altro hanno descritto la regione. Così abbiamo le due edizioni de « Il Cadore » di Piero Tiepolo (l) che dicono : Il Piave .... nasce nell' alta Valle di Sesis, e precisamente alle falde del Peralba e leggiamo nella « Guida » del Dr. Fe- ruglio : (2) Il Piave nasce nell' alta Valle di Sesis alle falde del Monte 'Peralba un centinaio di metri sotto alla spianata che forma la forcella di Sesis. Anche il Berengan (3) scrive : la 'Piave nasce alle falde del Monte Peralba (Valle di Sesis) .... attraversa il Cadore da Sappada .... Riceve nel suo seno il fiume Cordevole che viene dalla Valle Visdende. Così pure Venanzio Dona da Lorenzago (4) dopo brevi cenni generali sopra il Cadore, dopo aver parlato delle tradizioni ed aver citato Plinio e Tolomeo ; dopo aver parlato di storia, di geografia e di etimologia finisce col parlar del Piave e dice : Pieno Valeriano, fa sapere eh' egli (il Piave) scaturisce alle radice del Monte Scese o Sellio. E sempre Venanzio Dona altrove(5) dice essere il Cordevole il principale torrente della Valle Visdende e asserisce che con questo nome lo trova scritto in documenti del 1324 (Croduvoli). Parlando del Piave dice che la Valle di Sesis è notoria per 1' origine del Piave e precisa : Qui dal monte Sellius secondo gli storici, nasce quel fiume che va al mare per il tratto di 200 chilometri col nome di 'Piave inteso per Silis di Plinio e meglio per 'Plavem di Venanzio Fortunato e il <Plavis di 'Paolo Diacono.
[1] PIERO TIEPOLO - II Cadore - Ed. Longo e Zoppelli - Treviso.
[2] Dott. G. FERUGLIO - Guida Tourhtica del Cadore - Zoldano - Agordtno - Edizione G. B. Ciani - Tolmezzo 1910
[3] ERNESTO BERENGAN - "Dalla piana Veneta alle Alpi Cadorine - Guida 'Pratica del CadoreCortina - Zoldo - Tipografia La Garangola - Padova 1923
.
[4] VENANZIO DONA - Storia Antica del Cadore. Le memorie di questo libro vennero riportate da IACOPO ROSSI da Perarolo in un opuicolo pubblicato in Omaggio alla Regina
d'Italia nel 1881 - Tip. L. Zoppelli - Treviso.
[5] VENANZIO DONÀ - Il Cadore - Manuale ad uso del viaggiatori - Padova 1877.
Il Marinelli in « Cosmos » (a. 1877) a pag. 283 da 1' altimetria « del letto del Piave presso Cima Sappada » e la stabilisce in m. 1240,39 sotto il ponte della strada che conduce a Hofer.
Il Brentari nel 1886 nella sua autorevolissima « Guida del Cadore» (l) a pag. 5 ci dice: Piave. E' la principale corrente del Cadore, e quella che riunisce sul suo letto tutte le altre. Nasce nell' alta Valle di Sesis o su quella falda del Peralba che conduce alla Forcella omonima detta Iochkofel dai Sappadini. Dalla Val di Visdende riceve presto a destra il Cordevole (confine tra Sappada e Comelico) . . . .
Il Brentari ripete ciò nella « Guida Alpina di Belluno - Feltre - Primiero - Agordo - Zoldo » edita nel 1887 1 (vedi pag. 12).
Arturo Frova in « Cadore » rivista che pubblicavasi nel 1906- 08 l2) scrive: L' orrido dell' Acquatona .... è una profonda e angusta spaccatura in cui si inabissa e gorgoglia il 'Piave .... e più sotto continua : . . . . Sappada .... è una vasta ondulata distesa di verde .... attraversata dal Piave .... e più avanti ancora, a pag. 6 del n. 8 precisa : .... nell' amena conca di Sesis alle falde del Peralba .... monte dal cui seno scaturisce il Piave.
Nella stessa rivista il prof. Aristide Baragiola dell' Università di Padova (3) nota fra 1' altro : L' altopiano di Sappada .... le cui acque formano il corso superiore del Piave.
Per finire citeremo il prof. Lorenzoni (l) che descrive : La valle, dopo 'Presenajo, pare sbarrata del tutta dal tozzo M. Ciar, ma a poco a poco vanno aprendosi ai suoi fianchi, a nord la Valle di Visdende corsa dal Cordevole e, ad est,
quella di Sappada attraversata dal Piave.
[1] Tip. Pozzato - Bassano
[2] Vedi N. 5-7 del febbraio 1908 a pai. 2.
[3] Vedi N. 5-7 del febbraio 1908 a paa. 10.
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Consultando le carte geografiche della regione troviamo nel terzo volume della « Storia documentata dei confini del Regno d' Italia » (2) fra i fogli 156, 157 uno schizzo schematico del sollevamento delle Alpi Carniche che chiaramente segna Fiume Piave il corso d' acqua di Sappada e torrente Cordevole quello di Visdende. Altrettanto segnano la carta geografica e quella orografica del Cadore di Venanzio Dona unita a « Il Cadore - Manuale, ecc. »
Pure nella carta del Cadore allegata alla « Storia » 3 del Ciani è chiaramente inciso il percorso del Piave da Sesis per Sappada e l'altro del Cordevole di Visdende. (Cordevole di Visdende per non confonderlo con quello dell' Agordino).
Anche la nitida Carta del Vallardi 4! segna chiaramente il Piave lungo Sappada e Val Sesis ed il Cordevole lungo la Val Visdende ed altrettanto rileviamo dalle carte geografiche dell' Istituto Geografico Militare anche dopo le correzioni eseguite negli anni 1924 e 1927.
Trascurando altre rileviamo da un « Prospetto 15 dell'elevazione di diversi punti della provincia di {Belluno sopra il livello del mare Jldriatico » che il Piave a S. Stefano passa a metri 910, al Cordevole a metri 1020, a Sappada a metri 1207, a Sesis di Sotto a 1655, e che nasce dal Peralba.
Per finire, e a solo titolo di curiosità, diremo che il benemerito Touring Club Italiano segna con due tabelle poste sul
Ponte di Cima Sappada — Primo Ponte sul Piave —
[1] Vedi pag. 67 della monografia Cadore - Bergamo - Istit. Italiano d'Arti Grafiche - 1907.
[2] Ministero della Guerra - Ufficio storico - Roma 1930.
[3] Detta carta è stata incisa apposta per la Storia del Ciani da GIORGIO CIANI (cadorino pure lui).
[4] Cav. PIO GALLI - Carta del Cadore - Scala 1.11 5.000 - Stab. Ani. Vallardi - Milano 1930.
[5] Prospetto eseguito dietro i lavori ipsometrici dell' i. r. Commissario Superiore Montanistico Signor GIUSEPPE TRlNKER di Belluno e pubblicati dalla Società Austriaca degli amici
delle Alpi.
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Dopo le testimonianze bibliografiche e . . . . reclamistiche chiediamo l'autorevole parere degli archivi : nell'archivio parrocchiale di Sappada vi sono vari documenti che parlano in modo inequivocabile del Piave di Sappada e in un volume manoscritto distinto con la lettera B troviamo raccolte varie vertenze avute con il Comune di S. Pietro per i confini sulla Terza Piccola e con il Comune di Lorenzago per il possesso del bosco Digola. Così a pagina 72 di detto volume troviamo : che detti uomini di Sappada dall'anno 1532 in poi continuando nel loro possesso precedente, sino al presente, hanno ad ogni suo beneplacito tagliato legnami di ogni sorta nel bosco esistente al di là della 'Piave chiamato Bosco Negro (attualmente Digola) cominciando dalla più alta Cima dei Monti chiamati Promontorio e discendendo dalla dritta, a dirimpetto ovvero all'opposto al Rio Bianco fino alla 'Piave et sino dove entra in 'Piave il Rio Storto (Krumm Bach) conducendo li legnami tagliati, in 'Piave pubblicamente, et quelli vendendo a mercanti senza condizione delli uomini di Comelego et della Comunità di Cadore che hanno ciò veduto ovvero potuto vedere.
Questa esposizione quasi notarile dovrebbe da per sè sola bastare, ma e' è di meglio, si legge infatti come conclusione
di quanto sopra che coloro che furono chiamati a risolvere la vertenza : sono cittadini et abitanti del Cadore et pratici al par di ogni altro non solamente di montagne et boschi di Cadore ma ancora di ogni altra cosa più particolare.
Altro documento parla estesamente di Sappada e del Piave e fra l'altro dice : Considerando le molte fatiche, ed aggravi, che fedelmente hanno sostenuto per l'abitazione di quel luogo, ad accrescimento ed esaltazione della nostra Chiesa di Aquileia, ed in avvenire, piacendo a Dio, da prestarsi. Volendoli esaudire insieme con il loro uncio Cristoforo Pergher ed in retribuzione farne grazia speciale, degnandoci delle loro suppliche, acciò li stessi Uomini ed i loro successori venghino con più calore animati. Il nostro bosco, chiamato Bosco Negro, nel seno del monte, detto Poli- diola, nel circuito di Sappada del Fiume La Piave principiando dal Rivo chiamato in lingua teutonica Chrumpoch, il quale giace in faccia alle abitazioni delli stessi uomini di Sappada, fino ad un promontorio più prominente degli altri, il quale è sito nella retta via, giusta la corrente della unione del Rivo Bianco nella Piave, derivante dal monte Anderfilare, unito alli ¿XCasi di Sappada ad essi concessi, ecc. ecc.
Più preciso di così ....
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Due documenti pure conservati nell' anzidetto archivio parrocchiale, uno del
1308 e uno del 1318, parlano non solo del Piave di Sappada ma danno
contemporaneamente credito ad un altro fatto storico : al nome antico di Sappada.
Sono le credenziali rilasciate da Rizzardo da Camino a certi Federico e
Leonardo figli di Pietro de Longa Piavi i quali dovevano con esse
presentarsi al Podestà di Cadore per venire in possesso di alcune terre situate
in Longa Piavi di Sappada e delle quali terre pagavano l'affitto al detto
Signore da Camino.
[1] Copia-traduzione
del Privilegio concesso dal PATRIARCA BETRANDO e dato dal Castello di
Cormons il giorno 3° del mese di settembre 1347.
Longa Piavi si chiamava dunque l'altipiano che si estende per quattro chilometri lungo il Piave. Altipiano che più tardi venne chiamato Zapata o Sapata come si rileva dal più antico documento che parli del paese, documento che si trova in Santa Maria di Gorto della Carnia dal cui quartiere Sappada dipendeva. In esso documento si rileva che un certo Piero Feculucus lasciava due denari aquileiesi alla Chiesa di Sapata. Quando le quattordici famiglie scesero dai vicini monti e si stabilirono sul fondo della vasta valle continuarono a chiamarla Longa Piavi che col tempo si abbreviò in Plavis o Plavem. E chi non vede, non dico la somiglianza ma 1' identicità, di Plavem con Bladen o Ploden, nome che i sappadini danno ancor oggi al loro paese. Diciamo identicità sapendo che in Sappada P si pronuncia B e A si legge O. E a tal proposito scriveva il Dr. Feruglio nel 1910: il Piave, il cui nome si vuole derivare .... dal nome tedesco di Sappada Bladen o Pladen ecc. Ci sarà concesso affermare il contrario, ciò che sembra anche più logico, e allora non saremo più soli a congetturare che Pladen deriva da Plavem.
Le carte geografiche tedesche segnano ancor oggi con il nome di Bladen l'altipiano sappadino e solo qualcuna specifica fra parentesi « la Sappada » e 1 ' « Alpenverein » 11 di Vienna dedica molti dei suoi interessanti studi al paese di Bladen (la Sappada).
I sappadini si nominano Ploder e con questo nome li conoscono gli abitanti della Pusteria nonché quelli di Sauris e di Timau i quali ultimi pure padano il dialetto tedesco o per meglio dire cimbrico. Bloder Ioch (loch - giogo o passo) si chiama la valletta tra il Peralba ed il monte Chiadenis sotto la quale nasce il Piave e non si può credere che il nome sia stato dato così a caso e che voglia dire passo di Sappada o non invece giogo del Piave. 'Ploder Roste, (Roste da Rast, sosta, pausa, riposo, quiete) viene chiamata una località in Val Sesis, lungo il Piave, a cui è legato se non un fatto storico comprovato, una leggenda che ha tutti i caratteri della storia.
[1] Zeitschrift des Deutschen und Oesterreichischen Alpenvereins - Band 21 - Wien 1890.
* * *
Questi nomi presi dalla toponomastica di Sappada non comproveranno nulla? Il nome Pladen e i suoi derivati non avranno nulla di comune con il Platìem o Platìis ? Una risposta negativa dimostrerebbe, in chi la esprime, il partito preso a non voler che Piave si chiami il fiume che passa per Sappada.
La modificazione dei nomi non ha nulla di strano o di inspiegabile, a nostro modesto parere: Longa Piavi si chiamava la valle ancor prima di essere abitata, così l'appresero verbalmente i primi abitatori, e così, a viva voce, la tramandarono di generazione in generazione e così non c' è da meravigliarsi se attraverso i secoli arrivò a noi lievemente modificata.
Ma mentre gli abitanti le conservarono il nome originario, altri, di passaggio, le diedero un altro nome e con questo la fecero conoscere anche nei paesi circonvicini ed ai Signori che sulla valle esercitavano una certa supremazia o vantavano dei diritti.
Valle bella, e, data l'altitudine, meravigliosamente fertile, coltivata intensamente e con facilità. Vasti piani e dolci declivi, non ghiaiosi, con profondi strati di terra ferace : 1' humus da « zappa » per eccellenza. E se ancor oggi ci meravigliamo, non dico della varietà, ma della qualità dei prodotti agricoli che ci offre l'alta valle di Sappada, non ci deve sembrar strano che il fatto abbia colpito i nostri maggiori tanto da dare alla valle
il nome di Zappata per antonomasia.
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Siamo arrivati alla conclusione : ci sembra che colla documentazione fatta non resti dubbio chiamarsi PIAVE il fiume che nasce dal cPeralba sotto il Passo Piave o Ploder Ioch che precipita per la Val Sesis costeggiando Riposo o Pausa al 'Piave o Ploder Roste, passa per Sappada o Bladen e tuonando e muggendo attraverso l'orrido di Acqua- tona scende ad incontrare il Cordevole che proviene dalla Val Visdende.
Questo è quello che noi abbiamo imparato da studiosi profondi e storici insigni e che a nostra volta insegniamo ai più giovani, mentre ci dichiariamo pronti a ricrederci se altri più diligenti potranno documentarci il contrario. L'abbiamo già detto e lo ripetiamo : godremo di cambiar parere e opinione davanti a una documentazione chiara e precisa e senza neppur pensare di essere stati sconfitti ci riterremo fortunati di avere con questo nostro lavoro contribuito a far risplendere la verità.