…di Piergiorgio Cesco Frare  - Storia della monte di Visdende

 

Le vicende relative alla proprietà delle tre “monti” storiche di Londo, Dignàs e Apleto (Manzón) sono assai lunghe e complicate. Ricordo anzitutto che esse divennero di piena ed esclusiva proprietà di soggetti del Comèlico a partire dall’anno 1186, per effetto della divisione degli alpeggi con la vicìnia di Arvaglo (Oltrepiave con Lorenzago). Da questo momento esse furono proprietà comune di S. Nicolò, Casada-S.Stefano e Oltrerino (S. Pietro).

La necessità di addivenire alla spartizione di questi pascoli montani fu avvertita già nel 1353[1], ma è nei primi decenni del 1700 che il problema di dividere i tre Monti situati sopra la Valle di Visidende ritorna prepotentemente poiché il goder essi monti a rottolo ridonda di non lieve pregiudicio alli medesimi.[2]

Ci vollero però quasi due secoli per arrivare alla definitiva assegnazione di porzioni delle antiche “monti” alle singole comunità di villaggio nel frattempo originatesi dal frazionamento delle vicìnie o regole matrici. Fu così che nel 1894 la regola di Costalissoio restò esclusiva proprietaria di Campobon.[3]


 

[1] "Il due di novembre dell'anno 1353 compaiono "ad Bancum juris" in Pieve di Cadore i rappresentanti delle regole di San Nicolò e San Pietro di Comelico, presenti pure i rappresentanti delle regole di Santo Stefano e di Casada [regole ovvero comuni ovvero università ovvero uomini sono definite queste comunità]. I "sindaci" di San Nicolò e di San Pietro presentano la seguente petizione contro le altre due regole. Premesso che le comunità di San Pietro e San Nicolò hanno tre montes in comune con Santo Stefano e Casada cioè Londo Dignas e Apleto, chiedono che detti monti debbano essere divisi poiché il possesso comune è di grande pregiudizio. Si facciano dunque tre parti: una a San Pietro, una a San Nicolò e la terza a Santo Stefano con Casada. [da Stampa Casada: regesto di documento in latino; regesto anche in De Donà, Cadore III, n° 285 anni 1353, 1 ott. e segg.]

 

[2] Infatti la trascuratezza indotta dalla promiscuità ha permesso la crescita di  Brusse [‘cespugli’] e Arbori che ormai hanno occupato buona parte d’essi Monti, e resi inutili sì per il segativo, che per il pascolezzo. Ecco allora che il 26 settembre 1719 nella Valle di Visidende di ragione del Magnifico Centinaro di Comelico di sotto, in Prà Marino, in faccia il Tobiado delle Clarissimi Signori Fratelli qu. Sig. Tiziano FabrisMerici ‘capi’ dei tre Comuni del Magnifico Centinaro di Comelico di sotto, cioè il Magn. Comun di S. Stefano, che si chiama il Comun di mezzo, il Magnifico Comun di Casada, ed il Magnifico Comun di Oltrarino si apprestano a dar esecuzione a quanto era stato in precedenza  deciso dal Comun generale ancora nel 1709 cioè di sciogliere la promiscuità delle tre monti. In via preliminare si nomina una commissione costituita da due esperti per ciascun comune, la quale ha il compito di verificare se la divisione secondo i confini esistenti sia equa oppure se essi confini debbano essere rettificati – come in parte sarà fatto – e si aggiungono all’atto di divisione alcune clausole, la principale delle quali stabilisce che dopo Santa Croce di settembre sino al 28 di maggio l’uso delle monti ritorni promiscuo. Indi si fanno tre bollettini che cavati fuori d’un cappello dopo revoltati, e mescolati, assegnano le monti nella seguente maniera:

Al Magnifico Comun di mezzo il secondo Bollettino, cioè il Monte di Dignas, e Fagarezzo in quello.

Al Magnifico Comun di Casada il terzo Bollettino con li Fagarezzi in quello espressi.

Al Magnifico Comune di Oltrarino il Monte di Val di Cargna, con li due Pezzi sotto quello, come sopra.

Per qualche motivo però questa divisione restò lettera morta.

 

[3] Santo Stefano 1° Luglio 1894 milleottocentonovantaquattro

Convocatesi questi giorni presso l’Ufficio Municipale di S. Stefano le due Commissioni di Comuni di Comelico Inferiore e di Danta, incaricate dai rispettivi Consigli Comunali con deliberazione 10 9mbre 1890 per il Comune di Comelico Inferiore e deliberazione 2 Aprile 1891 per il Comune di Danta, i quali partitisi furono superiormente approvati; per la divisione del Monte Dignas consortivo nelle seguenti interessenze.

a)       Per una metà spettante alla Frazione di Costalissoio.

b)       Per una quarta parte alla Frazione di Casada.

c)       E per una quarta parte al Comune di Danta nell’interesse di stabilire in forma definitiva le singole assegnazioni dei lotti Spettanti a ciascuno dei sucitati corpi morali.

Intervennero i Signori:

I° Tonello Berlo Cav.e Antonio }

II° Pomarè Oliviero                    } Pel Comelico Inferiore

III° Doriguzzi Gabriele              }

IV° Doriguzzi Gabriele              } questi pel Comune di

V° Doriguzzi Giovanni              } Danta

 

Il criterio seguito nella divisione delle monte fu quello di abbinare queste alle proprietà boschive sottostanti, frutto della divisione dei boschi avvenuta ancora nel 1765[4].    


 

 

                Premesso che con verbale del 21 9mbre 1891 dette due Comissioni [sic] procedettero alla nomina del personale tecnico per rilevare ed eseguire le operazioni di cui trattasi, furono detti i Signori: Ingegneri Dr. Giuseppe De Zolt e Pradetto Dr.  Luigi, i quali assunssero il compito loro affidato;

Che detti Sig.ri  Ing.ri  hanno portato a termine tale operazioneassoggettandola ai criteri e decisioni delle due Commissioni deponendo in questo mentre tutti gli atti relativi ai rilievi praticati, tipo di ripartizione e stima;

Che le due Commissioni avendo assistito a tutte le predette operazioni le trovano razionali e basate ad un principio di reciproca equità e convenienza per le parti condividenti e che per questo motivo dal canto proprio ammettono e approvano quei risultati come in appresso vengono descritti.

Che la proposta esibita dai Sig.ri Ing.ri consisteva in due differenti partiti decifrati nel seguente modo: O di procedere a sorte sui quattro lotti designati nel tipo,  oppure di accettare l’assegnazione nel senso di amichevole componimento;

E le commissioni considerato che la Frazione di Casada ha delle altre due proprietà boscate e pascolive sottoposte al lotto I° (Dignas-Palombin), conseguenza per cui l’assegnazione di questo lotto meglio le convenga per costituire un solo corpo;

Che la Frazione di Costalissoio confina in tutta la sua estensione i lotti II° e III (Campo Bon-Costa Curiola e Costa degli Agnelli);

Che il Comune di Danta si trova in analoghe condizioni rispetto al quarto lotto (Chiecchedo);

Osservato che è preferibile l’assegnazione concorde a quella dell’estrazione a sorte; il quale ultimo partito potrebbe arrecare dei gravi sconci e un deprezzamento all’ente posto in divisione;

Per questi motivi le Commissioni con voto unanime propongono la precitata assegnazione.

Descrizione dei lotti

a)                           Lotto primo alla Frazione di Casada con annessa cascina, mandria e casolare in Valle Dignas, comprende [sic] la parte destra del Rio Dignas ed a sinistra quella zona che parte dalla sorgente principale di detto Rio e che si eleva alla sommità del Monte facendo angolo di 135 gradi coll’asse del suddetto Rio.

b)                             Lotto secondo e terzo alla Frazione di Costalissio compreso tra la Frazione di Casada e Comune di Danta;

c)                             Lotto quarto al Comune di Danta che si estende dal Rio detto Pian di Marcé a levante ed a sera col rio detto del Lardato ascendendo verso Croda Nera.

S’intendono tali assegnazioni senza reciproci ulteriori compensi tanto in riguardo alle piante come ai manufatti Sopraposti esistenti sopra ciascun lotto.

Riservato libero l’accesso del bestiame e personale addetto alla monticazione tanto dalla parte di Dignas come a [sic] quella di Chiecchedo per i soliti consueti viali e stradelle.

Approvato che sia il presente Verbale dai rispettivi Consigli Comunali verrà provveduto all’analoga voltura dei registri Censuari.

Con ciò le due Commissioni intendono di aver coscienziosamente adempiuto agl’incombenti loro affidati dalle rappresentanze dei Comuni interessati.

                Letto, approvato e Sottoscritto

Antonio Tonello Berlo

Oliviero Pomarè

Doriguzzi Gabriele

Giuseppe Doriguzzi fu Osvaldo

Doriguzzi Giovanni fu Melchiore [sic]

 

Certifico io sottoscritto segretario comunale che la presente copia del progetto di divisione del monte Dignas è pienamente conforme all’originale approvato dal consiglio comunale di Santo Stefano di Cadore con deliberazione 22 luglio 1894, n. 131, onde serva di base nella stipulazione dell’atto formale di divisione; originale esistente in questo archivio e non ancora ridotto in formale atto di divisione registrabile e volturabile.

Dal municipio di Santo Stefano di Cadore, li 2 agosto 1900.

Paolo de Candido, segratario comunale.

Visto, essendo emerso che il progetto di divisione non è perfezionabile senza rettificazioni. Il Sidanco

                                                                                                              Pellizzaroli

[Archivio Comune di S. Stefano di Cadore – Categoria V° finanza, Categoria 1° fasc. 27 – Anni 1889-1906]

 

[4] Dopo la costruzione delle tre casere a Prà Marino (di cui una di Costalissoio e le altre di Campolongo e S. Stefano) a Casada rimase Dignàs, che sarebbe la casèra di alta quota più vecchia. Nella levata del 1889 dell'IGM risultano due casere a Dignàs: quella inferiore è sul posto di quella attuale, quella superiore circa al bivio tra Campobon e "le casermette" [vedi il recinto di pietre ivi esistente?]. Negli anni Venti vennero costruite le casere di Campobon (la prima e la migliore secondo quelli di Costalissoio!), Manzon e Col Chiastellin, evitando di dover salire dai piani di Visdende ai pascoli alti per ridiscendervi nella stessa giornata con grande nocumento per il bestiame che poteva anche perdere il latte per lo sforzo. Secondo il Puro, fonte di queste notizie, quando per Costalissoio si trattò di scegliere a proprio arbitrio i pascoli alti, gente che lavorava nel bosco disse di preferire la porzione sovrastante i propri stessi boschi: di qui l'origine della suddivisione dei pascoli di Dignàs, Cécido e Campobón [verificare la corrispondenza tra bosco e pacolo]. Le carature nel Comun di Casada erano 5/8 per Costalissoio e 3/8 tra Casada e Mezza Danta. Guido Puro dice che se Costalissoio avesse scelto il pascolo di Dignàs sarebbe ugualmente arrivato sino alla Réiba dle Ciavàle e agli Aghés.

 

 

………..,

aggiungo che, rimasta lettera morta la divisione del 1719, si procedette finalmente il 5/7/1769 a dividere le "monti" tra i due comuni (intesi come comunità di regole) di Mezzo (S. Stefano e Campolongo) e di Casada (Casada e Costalissoio).