Curiosità storica.
Nasce nel maggio del 1952 il primo
numero del mensile "IL COMELICO" con la direzione di A. Pellizzaroli. direzione e amministrazione - via S.Candido-
S.Stefano di Cadore |
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Anno 2 n.2 gennaio 1953 pillole -appunti-storia dal mensile "IL COMELICO"
DIFESA DELLA MONTAGNA - IL BOSCO
FESTA DEGLI ALBERI
21 NOVEMBRE
Ci è gradito pubblicare un articolo pervenuto dal Comelicese Casanova Adelchi, di Costella, Funzionario Forestale, in attività di servizio presso l'ispettorato Dipartimentale Forestale di Trento, articolo pubblicato anche sul quotidiano ”Alto Adige», convinti che la
valorizzazione del bosco, che rappresenta la fonte principale di vita per la popolazione di montagna, rientri tra i principali problemi della * difesa della montagna » che su questo nostro modesto periodico andiamo trattando.
IL DIRETTORE
Il 21 Novembre, è la data stabilita dal Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste per la celebrazione della Festa Nazionale degli alberi.
Tale festa, ha origini antiche pare risalga al XV secolo e ricorda una festività arborea in uso nei villaggi della Svizzera. In Italia, fu Guido Baccelli, Ministro della Pubblica Istruzione, l'ideatore ed il propugnatore di questa utilissima e simbolica festa, che venne celebrata per la prima volta a Roma il 21 Novembre dell'anno 1899, ed elevata a dignità di festa nazionale con apposito decreto del 2 febbraio 1902.
Gli scopi a cui mira la festa degli alberi, sono sostanzialmente due : uno pratico e cioè il risultato del lavoro d'impianto, il contributo che la Scuola dà all’opera di rimboschimento delle nostre montagne, delle pendici nude, delle zone brulle. delle sponde franose, delie superfici incolte, delle spiaggie litoranee. ecc. che il Corpo Forestale ha il compito di rimboschire e rinverdire promuovendo e dirigendo i lavori.
L'altro scopo è morale, mira cioè all’opera educativa e propagandistica, al fine di infondere, fra la giovinezza italiana, il senso e l'amore al bosco e rendere più vivo e tenace l'attaccamento dei giovani alla terra, in particolare alla montagna.
La bella iniziativa però, col passare degli anni, fra le vicende della politica e le soste causate dalle guerre, in molle regioni - in troppe Regioni . era quasi caduta in disuso; ai primi benefici entusiasmi era subentrata una generale apatia per la funzione e l’importanza dell'albero per la vita civile ed il progresso dei popoli. Le tragiche e disastrose alluvioni dell'anno scorso.’ prima nel Meridione e poi in Val
Padana, esperienze dolorose della Nazione, la cui eco si ripercosse in lutto il mondo civile, hanno ancora una volta richiamalo I" attenzione
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degli Organi responsabili sull’ importante problema, nel quale occorre tener presente che la difesa del piano va
effettuata in montagna, difendendo la montagna, valorizzando la montagna con opere di consolidamento e di rimboschimento e con la sistemazione dei bacini montani (e il Governo ha ora provveduto, nel limite possibile, con la legge 25 luglio 1952, n. 991).
L'anno scorso quindi, in seguito a tempestive disposizioni emanate dall'On.le Ministro per ('Agricoltura e Foreste, Ecc. Fanfani, la festa degli alberi è stata ripristinata e celebrata il 21 Novembre, in tutta Italia, ove le condizioni del tempo e del clima hanno consentito tale cerimonia. Le celebrazioni sono avvenute così ovunque in commovente solidarietà di spirito con gli alluvionati del Polesine e con la partecipazione di tutte le Autorità: politiche,
amministrative, ecclesiastiche e scolastiche e con gli alunni quasi al completo. Si sono celebrate 6768 feste degli alberi in 5812 Comuni collocando a dimora 1.872.513 piantine.
In provincia di Trento, in seguito a tali disposizioni Ministeriali, il 21 Novembre dell'anno scorso si è celebrata la festa degli alberi in 27 Comuni di fondo valle, con l'intervento di n. 7751 alunni, collocando a dimora n. 12 131 piantine. Causa però le avversità stagionali, I’ altitudine ed il rigore del clima, nella stragrande maggioranza dei Comuni, la festa degli alberi è stata rimandala alla primavera, cosi che il programma primaverile comprese la
celebrazione di 237 feste degli alberi in Provincia con il collocamento a dimora di n. 84.430 piantine delle specie più adatte: abete, larice e pino nero.
Qui nel Trentino però, ove l'importanza ed i vantaggi dei boschi sono noti a tutti, in quanto rappresentano una delle principali fonti di ricchezza e di benessere, la bella tradizione della festa degli alberi, aveva già ripreso, a fine guerra, il suo normale impulso, tanto che anche nella primavera del 1951, erano state celebrale in Provincia n. 250 feste degli alberi collocando a dimora n. 65.290 piantine e rimboschendo una superficie pari a 14 ettari
complessivamente.
Ma questo complesso di opere (comprese quelle dei Cantieri di Rimboschimento ideati dall’ On.le Ministro Fanfani, delle migliorie boschive e dei rimboschimenti regionali, ecc ) opere degne di rilievo queste spese non indifferenti, questi impianti di milioni di giovani piantine, a nulla gioverebbero se venisse meno l’amore ed il rispetto che tutti, ma in particolare i giovani ed i ragazzi devono avere e sentire verso gli alberi.
Bisogna che i giovani imparino ad amare e rispettare e non danneggiare gli alberi, non svettarli, sramarli o tagliuzzarli nella corteccia, quando passano accanto alle piante, non tagliarle abusivamente quando vanno nel bosco a raccogliere la legna; non lasciarle danneggiare dalle bestie quando le accompagnano al pascolo, ma soprattutto non devono accendere fuochi nel bosco o nelle vicinanze del bosco, specie in periodi di siccità, perchè potrebbero provocare
vasti incendi che causerebbero, in breve tempo, danni enormi.
I ragazzi devono comprendere che il bosco è fonte di benessere e di ricchezza per lo Stato, per la Regione, e per i Comuni e in particolare per gli abitanti della montagna che vivono del lavoro che
procura loro il bosco e dei vantaggi del bosco, senza del quale la vita, i non sarebbe neppure possibile in j montagna.
Nel Gennaio dell' anno scorso, S. S Pio XII, nel nominare San Giovanni Gualberto, in perpetuo Santo protettore dei forestali d'Italia, iniziava il Breve Pontificio di nomina con le seguenti parole: i verdi boschi, manifesta e meravigliosa opera di Dio. non solo procurano agli stanchi mortali l'ombra che ne ritempra le forze, non solo richiamano dal turbinio logorante del mondo gli animi elevandoli dolcemente alle cose celesti, ma in molteplici maniere sono di
utilità agli uomini e di aiuto ai bisogni della vita ».
Anche nei tempi antichi i boschi erano considerati sacri, perchè dedicati alle divinità pagane Nelle selve si celebravano i riti propizia tori. Narra la Mitologia che avendo Ersittone intaccato con l'ascia un bosco sacro, la divinità del luogo s'offese talmente che gli scaleno addosso una tenibile Furia : la Fame. Plesso gli antichi Romani ogni specie di alberi era dedicata ad una divinità pagana. Silvano era consideralo il dio delle selve e veniva
rappresentato nell'atto di piantare nel suolo una pianticella di cipresso.
Dopo l’avvento del Cristianesimo, i boschi e le selve, erano considerati luoghi adatti alla vita contemplativa e alla preghiera. Nella pace dei boschi, nella quiete solenne delle selve infatti, lo spirito umano meglio comprende la presenza di Dio in ogni cosa del creato, medita e considera la nullità, la caducità degli uomini e delle cose;
L’uomo si umilia nel suo essere e si esalta nello spirito dinnanzi alla grandezza ed alla potenza di Dio creatore dell' Universo.
Sorsero cosi nei boschi e nelle selve Conventi e Abazie, ove gli Eremiti, i Monaci e i Frati, rifuggendo la gloria effimera di questo mondo preferirono le arcane solitudini dei monti e dei boschi, la semplicità della vita, la bellezza della natura, per sentirsi più vicini a Dio.
Fu così che il nobile Giovanni Gualberto, fondatore dell' Abazia di Vallombrosa divenne poi . verso il 1000 - il
rinnovatore della fede Cattolica, maestro e propugnatore di sagge norme di selvicoltura ed agricoltura che si diffusero in tutta la Val d'Arno ed anche in Val Padana.
E il « Poverello d"Assisi » San Francesco, nel 1200, dopo le meditazioni e le estasi sul monte Verna, ove ricevette le S. Stimmate, ritornalo a San Damiano alle pendici del Subasio. 40 anni prima della nascita dell’Alighieri compose il mirabile Canto delle Creature : « ... Laudato sii mio Signore, per sora nostra madre terra, la quale ne sustenta et governa et produce diversi frutti con coloriti fiori et erba.... »..
Le bellezze dei monti ricoperti di alberi, la solitudine delle selve, l’opima terra d’Italia diedero motivo, in tutti i tempi ai poeti, agli scultori, ai cantori della natura, di comporre rime, canti et odi.
Dante, nell'« Inferno», in Pier delle Vigne ammonisce e dice che cogliendo un ramoscel da un gran pruno, il tronco gridò: Perchè mi schiante? — Perchè mi scerpi ? Non hai tu spirto di pietade alcuno ? Uomini fummo, ed or sem fatti sterpi. Ben dovrebb‘esser la tua man più pia, se stati foss'anime di serpi......
E il Carducci nelle « Odi barbare » — alle Fonti di Clitunno: E tu pia madre di giovenchi invitti, a franger glebe e rintegrar maggesi. Italia madre — madre di biade e viti e leggi eterne, salve ! ... Plaudono i monti al carme e i boschi dell‘ acque dell’ Umbria verde .
E cantarono i boschi e i monti - i monti del bel verde d‘ Italia - mille altri poeti inebriali delle bellezze della natura Fin l'ultimo poeta della Patria e dell'amore. d'Annunzio, pur Egli esclamò: « Salve o montagne I Voi siete I eterna grandezza — voi siete l'eterna bellezza !... »
Achille Adelchi Casanova Fuga - Maresciallo Magg. Forestale