ANCORA NOVITÀ
Vieni su forestiero, corri con la famiglia!l
Ci s’innova davvero, con forza, a meraviglia !
Così fu detto nel noceccntoquarantanove,
tuttora nel cinquanta continuano le prove.
Infatti l’acquedotto funziona egregiamente
ed ormai in ogni casa trovi l’acqua corrente
e ... » gli ospiti sono grati all’ingegner Baratto
che il loro desiderio seppe tradurre in fatto:
d’ installare un impianto da cui spillasi il vino
con i getti ...dell’acqua..'. anche troppo ...vicino!
Le spine di Solagna si son moltiplicale,
vedi in ogni esercizio, certo, ... centuplicale!
Di molte case il tetto è per aria librato
che tutto l’ edificio deve crescer d' uno strato;
altre invece s’allungano sulla strada maestra,
alcune a sinistra, qualchedun’altra a destra.
E per ben ospitare gli attesi villeggianti
in soffitta, i padroni, finiran tutti quanti,
ma mentre i primi il fresco di goder contan quassù,
i secondi altre cure... di far pensan più ...in sù:
I reumi accumulati durante il lungo inverno
guariran sotto i...tetti, al caldo che è d’inferno
e, senza fare i fanghi, o similari cure
la ... cura al ... portafoglio... essi faranno pure !!
E le nuove Pensioni ? È quasi incredibile
quante ne sono sorte ! all’ indescrivibile !
Una è ALL’AMICIZIA da De Mattia Dina
che, tra l'altro, assicura un ottima cucina
ALL' AGNELLO, da Bano signor Pellizzaroli
che l'abbacchio tien pronto non pei romani soli
e vivo lo conserva, in progressiva crescita.
arrosto da servir con prelibata mescita.
PENSION TRIESTE, AL PONTE, un'altra MIRA PIAVE,
Piave che di vittoria fulgida fu la chiave!
PENSIONE DA SOLAGNA, quel tal... de’ rubinetti,
che finirà, egli pure, com’ altri sotto i tetti!
A questo punto, amici, succosa come fragola
ecco che spunta, alfin, la moral della favola:
poiché i,., liberatori.., quei magnifici,.. alleati...
di tutte le colonie ci voller ... liberati,
Non come d'altri tempi è possibile emigrare
salvo che andar sotterra, in miniera, a picconare ...
od in Africa ancora, odiati e... servitori...
dove di nottetempo qualcun ci può far ... fuori!
Così stando le cose, visto che piano piano
ci gioverà il turismo in un tempo non lontano,
ognuno ha alfin compreso che in cambio del piccone
emigrar meglio è in ... soffitta e in casa far pensione!
A. SALIMBENI
1950
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Assistenza climatica estiva
Il problema dell'assistenza climatica estiva a favore dei bambini delle famiglie più bisognose di questa zona ha avuto ad iniziativa di questo Commissario Prefettizio — Dottor Cristadoro — un principio di esecuzione con l’invio di circa 80 bambini alla Colonia di Sottomarina di Chioggia.
Il provvedimento ha riscosso la incondizionata approvazione e l'elogio sincero di tutti i frazionisti.
Ci consta però che il nostro Commissario ha cominciato con il raccogliere notizie ed elementi perchè l'iniziativa abbia il doveroso sviluppo e l'indispensabile continuazione anche negli anni avvenire per il sempre maggiore vantaggio delle popolazioni infantili del Comelico, Infatti da qualche settimana sono stati dal Dottor Cristadoro fatti passi presso il Sindaco di S. Stefano. di S. Nicolò Comelico, di S. Pietro, con i Presidenti di varie Regole (Campolongo, S. Stefano,S. Pietro, Presenaio)
allo scopo di gettare le basi per la realizzazione di una illuminata iniziativa: la costruzione cioè di un padiglione permanente in una delle spiagge vicine a questa zona, padiglione che possa accogliere, in turni di 200 - 250' per volta, i bimbi del Comelico bisognosi di cure marine, solari- salsoiodiche.
Ci auguriamo che all'infaticabile azione del Commissario di Costalta.. permeata di vivo senso di umanità e di solidarietà sociale, arrida il successo che merita, e riscuota la dovuta comprensione da parte dei nostri solerti amministratori locali e delle Regole comelicensi.
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UN CIMITERO... UNA MAMMA
Ritorno a S. Stefano dì Cadore ogni anno, rispondendo ad un richiamo dolce di amore, nella inquieta ansia dell'esule che cerca in ogni contrada, nella luce di una lacera bandiera, le cose più care che ha perdute, una casa ed un cimitero lontani.
E ogni anno rivivo l'impressione della prima volta, quando, risalendo l'alta Valle del Piave, mi era apparso alla confluenza del Piave e del Padola il paese di S. Stefano,.chiaro, ridente,adagiato. in una meravigliosa conca di verde. Impressioni d'ieri come quelle di oggi... S. Stefano, piccola gemma di questo Cadore che è tutto un incanto, con sfondi di montagne magnifici ed una varietà inconfondibile sempre nuova di colori e di luci: dolci declivi di praterie di un verde caldo ed intenso, fuga di paesi e i casolari a mezza costa su in alto: e un paesaggio riposante dove l’ occhio trova in ogni momento ed in
ogni ora sfumature e riflessi incantevoli, in gioco alterno di luci e di ombre.
La strada risalendo il corso del Piave, dal bivio di Cima Gogna giunge a S. Stefano sulla piazza della Chiesa, dalla piazza si dipartono in tre direttrici tre strade: la prima per Candide, Dosoledo, Padola sale al passo di Monte Croce verso S. Candido e la Val Pusteria; la seconda, piegando a destra, per Campolongo, Mare, Presenaio porta a Sappada; la terza, svoltando a sinistra finisce ad un viale sulla destra del Padola a ridosso della montagna: al termine di questo viale, in un angolo di pace e di silenzio, un piccolo cimitero di guerra, che ha la bellezza e l'incanto di un piccolo giardino.
Cimitero di guerra dedicato alla memoria del Tenente Adriano Lobetti Bodoni del 92* Regg. Fanteria: silenziosa offerta nata da un dolore, e che oggi ancora dopo 37 anni ricorda agli immemori la poesia meravigliosa dell'amore di una Mamma: dolorante Mamma che ebbe come tante altre stroncata da una morte la sua vita, ma che volle riunite con il suo figliolo le spoglie rimaste « sei anni ai venti ed ai geli » di cinque compagni « consorti di gloria e di morte » caduti il 4 agosto 1915 sulle falde del Monte Rotheck.
Il cimitero di guerra raccoglie le salme di circa mille caduti: fanti, bersaglieri, alpini, genieri, artiglieri, fiamme gialle, soldati austriaci, accomunati nella morte e nella gloria.
Un cappellano militare del 7* Reggimento Alpini, Don Angelo Arnoldo, ha curato per lunghi anni con meravigliosa abnegazione ed amore la ricerca, l'esumazione, la sepoltura di questi soldati caduti, noti ed ignoti.
\Al centro della parete opposta all'ingresso una cappella; nell’ interno un altare e sull'altare, scultorata in legno la scena di un Sacerdote che benedice un soldato morente.
Davanti alla cappella, isolato, un piccolo monumento sormontato da un'aquila; sui lati il nome del Tenente Adriano Lobetto Bodoni e gli altri quattro caduti, la motivazione della medaglia d'argento alla bandiera del 92" Reggimento Fanteria ed il motivo di canto:
« perche già uniti da un solfalo con lui qui giassero raccolti per l’eterno riposo in un solo santo rito di amore ».
Sulle pareti interne del muro di cinta sedici lapidi con scritte che portano l'anima in alto, invitando al ricordo, alla meditazione, alla preghiera.
Per tutti questi umili fanti che:
« morti oscuramente
luminosamente vivono »
per questi eroi sconosciuti, che nella luce di una bandiera:
« fissando la meta
varcarono l'infinito »
ed in silenzio in una trincea in un assalto:
« correndo verso la gloria
salirono al cielo »
sembra che una voce misteriosamente canti il motivo dell'offerta:
« una croce a loro
all' Italia la gloria ».
L'armonia passa di accordo in accordo, si attenua, riprende, diviene canto e l'anima rapita guarda ad una meravigliosa luce lontana che palpita e non muore perchè:
« il tramonto degli eroi
non avrà mai sera ».
Nell'incanto di questa poesia che si illumina della luce di mille morti e di mille eroi, ripartendo alcuni anni fa da S. Stefano e ritornando lontano al mio lavoro, il destino volle che io incontrassi un Colonnello degli Alpini, scampato dalla tragica ritirata di Russia: e raccontai a lui la storia del cimitero di guerra di S. Stefano dove io venivo ogni anno in triste pellegrinaggio di amore per cercare una mamma ed un alpino.
Nacque dal nostro incontro del settembre 1948 l’idea di costruire nei cimiteri sedi dei tre Battaglioni del 1* Reggimento Alpini tre piccole tombe, in ricordo dei caduti di Russia; nel desiderio dolce che a queste tombe ogni novembre mamme doloranti venissero nell'illusione di trovare il figlio che non aveva più fatto ritorno.
L'idea è divenuta realtà; il voto è stato assolto: due tombe sono state inaugurate nell'ottobre 1950 nei cimiteri di Mondovi e di Genova, la terza nel novembre 1951 nel cimitero di Carrara: tre tumuli - un alpino veglia i compagni caduti sui marmi scolpita la scritta meravigliosa, splendente faro di luce nell'ombra :
II tramonto degli eroi
non avrà mai sera »,
Ritorno a S. Stefano di Cadore ogni anno, rispondendo ad un richiamo dolce del cuore: ed ogni anno sembra che la mia inquieta ansia acquisti in questo cimitero di guerra che ha la bellezza e l'incanto di un piccolo giardino: m'indugio fra le tombe, di viale in viale e rileggo i nomi e le scritte.... : ascoltando il canto del Padola che scende verso il Piave, cerco nella visione del Popera che si staglia nel cielo maestoso, lontananze di luci e di ombre, quasi di sogno.
I Ritorno... quasi in pellegrinaggio di amore: forse perchè in questo angolo di pace e di silenzio io mi illudo di trovare una Mamma, la mamma che attese per trentanni il ritorno....
Forse perchè in questo cimitero io dimentico una casa lontana che ho perduta, e ritrovo tra le tombe la mia tomba ed un fratello.
S.Stefano di Cadore, Agosto 1952
Aldo Ruffi
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