IL RACCONTO DI DON AURELIO FREZZA NEL BOLLETTINO PARROCCHIALE DEL 1971
STORIA DELLE NOSTRE CAMPANE
Le prime, piccole eppur squillanti, campane che fecero sentire i loro rintocchi nel lontano 1548, forse sono state sostituite da altre nel decorso di 370 anni che ci portano all'anno della invasione.
In quell'anno, 1918, le tre campane, di cui non abbiamo notizie precise, furono requisite e trasformate in cannoni austriaci. Solo la campanella si salvò, perchè, facilmente smontabile, fu nascosta e sottratta alla rapina dell'invasore.
Nel mese di marzo 1923 arrivarono da Lucca, dove erano state fuse con il bronzo degli stessi cannoni austriaci, le nuove campane, offerte dal Governo come riparazione danni di guerra. Scriveva l’allora Curato di S. Nicolò: « puzzano ancora un poco di tedesco, ma per altro sono un concerto in gamba. Il paese è giubilante e giorno e notte si suona a larghe falde».
Le tre campane pesavano nell'ordine: Kg. 970, Kg. 680, Kg. 457, e dovevano rispondere alle note musicali Mi, Fa diesis, Sol diesis.
Verso il Natale del 1937 si guastava la campana piccola e dovette essere rifusa presso la fonderia De Poli di Vittorio Veneto, a spese della Regola, e nel marzo successivo riprendeva il suo servizio sulla cella campanaria.
Ma ecco che la stessa cede ancora ai ripetuti colpi dei volonterosi campanari alla vigilia del Natale ultimo passato e, mentre scrivo, resta sempre penzolante e muta, in attesa di essere rimossa e rifatta.
In questo frattempo si sono fatti molti discorsi. Delle molte cose dette mi ha sorpreso il fatto che parecchie persone, dotate forse di buon udito musicale, si siano accorte da tempo che il concerto non era affatto ben riuscito. Specie, si dice, la piccola era evidentemente fuori tono. Anch’io mi ero provato e riprovato per stabilire con esattezza i toni delle tre campane, anche con l'aiuto degli strumenti musicali.
Ora sono venuti i competenti muniti di corista o diapason speciale e ci hanno detto che la campana grande risponde a un Mi crescente di un ottavo (anziché essere un Mi esatto), che la seconda da un Fa diesis calante di un ottavo (anziché essere un Fa diesis esatto), che la piccola... bene, quella non potè essere esaminata, ma certamente era fuori tono anche quella.
Sia De Poli di Vittorio Veneto, sia Colbachini di Padova, venuti sul posto separatamente, hanno detto: la campana piccola può essere rifusa, ma con quale delle restanti campane dovrà essere intonata? Se la intoniamo con la grande, resta fuori tono la seconda, se la intoniamo con la seconda, resta fuori tono la grande. Bisognerà cercare di ridurre le differenze con un lavoro di accordatura, cioè con il ritocco delle tonalità delle due campane esistenti: ma sarà sempre un lavoro approssimativo.
Accordatura che verrà a costare 100 mila lire.
L'optimum, dice l’Ing. Colbachini, sarebbe la rifusione di tutte e tre le campane (L. 1.350.000) per avere un concerto veramente perfetto e garantito.
Qui sono nate le perplessità. E qui si ferma la penna di chi scrive perchè non ha il diritto di interferire e non vuole assumersi responsabilità che non gli competono.
Dato che siamo in tema, riportiamo alcune notizie riguardanti le campane di Casada. La chiesa di Casada aveva due campane. Quando fu eretta a comparrocchia, l’Amministrazione di quella Regola pensò che sarebbe stato opportuno avere un concerto a tre campane. La Ditta De Poli fu incaricata del lavoro, ritirò le due campane e preparò il concerto per il mese di dicembre 1952, quando le attuali campane furono consacrate dal Vescovo e dedicate a S. Lorenzo, S. Osvaldo, S. Maria Ausiliatrice.
Pesano nell'ordine: Kg. 515, Kg. 365, Kg. 250 e sono intonate sulle note Sol, La, Si.
Il concerto è riuscito di piena soddisfazione. Non invece il montaggio fatto da un artigiano locale, per cui necessita d'essere riveduto o sostituito. Si parla dei ceppi, delle bronzine, non del castello in ferro.
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Nel Bollettino di Maggio, per chi lo ricorda, avevo fatto un po' la storia delle campane di Costalissoio, arrestandomi sulle soluzioni da prendere a seguito della rottura della campana piccola del concerto.
L'optimum, diceva l'ing. Colbachinì agli amministratori della Regola, ai fabbriceri e altri che erano presenti, sarebbe stata la rifusione di tutte e tre le campane per ottenere un concerto veramente perfetto e garantito.
In quel momento erano nate le perplessità. Rifondere la sola campana rotta o rifare tutte e tre le campane? E mi ero fermato, in attesa delle decisioni che l'Amministrazione della Regola avrebbe preso.
Ora posso continuare quella storia, anche se è storia a conoscenza di tutti e dire che l'Amministrazione della Regola fece sua l'opinione che quando si fa una cosa o la si fa bene e completa o non la si fa affatto. I rattoppi sono sempre rattoppi.
La Regola si assumeva la spesa di L. 1.350.000 sotto forma di contributo da erogare alla Fabbricerìa, la quale a sua volta avrebbe trattato con la Ditta Colbachini e condotto a buon fine la faccenda.
Il 26 giugno la Ditta ebbe l'incarico di rifondere le tre campane secondo le condizioni già concordate nel preventivo di spesa. La stessa chiese tre mesi di tempo, impegnandosi di consegnare le campane nuove per i primi del mese di ottobre.
Ultimati gli stampi con le immagini e le iscrizioni dettate e trovati questi di pieno gradimento allora di una mia visita nello stabilimento di Padova, si procedette allo smontaggio delle campane vecchie (14 sett.), che furono portate in fonderia per utilizzarne il bronzo, migliorato con l’aggiunta di stagno, per la fusione delle nuove campane. Le quali non era detto che dovessero essere uguali alle vecchie per peso e misura, ma dovevano dare un concerto perfettamente intonato sulle note MI - FA diesis - SOL diesis (da ottenersi con l’80% di rame e il 20% di stagno), secondo i dati più avanzati della tecnica in materia.
Notiamo tra parentesi che le vecchie campane, oltre essere stonate e di materiale scadente, erano sfasate anche quanto a misure e peso.
Avremmo dovuto andare a Padova una seconda volta per assistere al collaudo fatto dal Maestro Calzavara, ma ci siamo scusati fidandoci della onestà della Ditta Colbachinì e del collaudatore, il cui verbale si potrà leggere più sotto.
Lunedì 4 ottobre, attese con impazienza e tanto interesse, le campane nuove giunsero in paese e furono subito circondate da piccoli e da grandi e ammirate. Belle, sì, ma qualcuno aggiunse: bisognerà sentirle prima di giudicarle.
Dopo una settimana di lavoro, i tecnici della Ditta Morellato ci presentarono le campane motorizzate e pronte ad entrare in funzione.
L'elettrificazione delle campane merita un discorso a parte. Questo lavoro era stato affidato alla Ditta Morellato di Falzè di Trevignano prescelta tra altre concorrenti. La spesa era stata pattuita in L. 800.000.
Secondo gli accordi intervenuti con la Regola, la Fabbriceria indisse una sottoscrizione, la quale, chiusa alla fine di giugno, fruttò la somma di L. 252.700. La Fabbriceria, a mezzo del Parroco, interveniva con L. 200.000. La differenza in L. 347.300 avrebbe dovuto essere coperta con un contributo della Regola. Senonchè nel momento più opportuno si fecero avanti i soci del Bosco di Rovè, rappresentati dal cav. Giuseppe De Mario, i quali consegnarono al Parroco L. 450.500 ricavate da un taglio di piante, perchè fossero utilizzate per la motorizzazione delle campane.
La Regola si trovò così liberata dall'onere sopradetto e la Fabbriceria che era partita con una certa trepidazione, aveva la bella sorpresa di trovarsi con del denaro in più del necessario.
Allora, visto che altre offerte affluivano (specie da parte dei padrini) fatto un rapido calcolo si arrivò alla determinazione di far motorizzare anche la quarta campana, la « campanella » che si suona per la scuola, per le confessioni, per le messe feriali. La quale campanella non era stata resa in considerazione e non entrava nel contratto fatto con la Ditta Morellato e sempre per ragioni di spesa. (L. 200.000).
Domenica 10 ottobre l'impianto era finito per l’inaugurazione. Il Vicario Foraneo del Comelico, delegato dal Vescovo, impartì la benedizione rituale alla presenza dei padrini e di numerosa folla e poi le campane furono sciolte e lanciate in un sonoro concerto, che soddisfece anche i più diffidenti.
È stata una vera festa di paese.
Note particolari
Ricordiamo che la campana piccola (padrini De Bettin Emilio - De Lenart Gino) |è dedicata a S. Marta, la media (padrini Zaccaria Silvio - De Mario Gino) a S.Matteo, la grande (padrini De Bettin Agostino - De Bettin Bortolo) alla SS. Trinità. E con tali nomi devono essere chiamate, che se le vecchie erano diversamente denominate.
La campana grande porta scolpite queste parole: a peste fame et bello — a fulgure et tempestate — libera nos Domine.
Il cav. Giuseppe De Mario e Giuseppe De Mario fu Canzio sono stati padrini ad honorem in rappresentanza della Regola e della Fabbriceria.
La « campanella » (Kg. 340) meriterebbe di essere rifatta per intonarla con le altre, e così si potrebbe avere a disposizione un concerto piccolo per le feste ordinarie e un concerto grande per le solennità. Il costo si aggirerebbe sulle 240 000 | lire.
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A conclusione metto giù un mio ricordo.
La sera del mio ingresso in parrocchia, quasi 20 anni fa, svoltando all’angolo della chiesa, vidi attraverso la porta spalancata del campanile tre figure umane (i tre fratelli Zaccaria del Maestro), che nella penombra saltellavano ritmicamente appesi a delle corde, che andavano su e giù: sopra, in alto, le campane lanciavano i loro rintocchi in perfetta sincronia. Quella immagine mi è sempre rimasta negli occhi.
Quella immagine, oggi con l'automatismo, non la rivedrò più.
Il progresso e la tecnica uccidono la poesia.
A Casada
L'elettrificazione di quelle campane non si può dire che abbia una storia da raccontarsi. Nel senso che la popolazione non vi ha partecipato. È stato un semplice atto amministrativo della Regola che ha ordinato e pagato il lavoro, senza che alcuno sia stato disturbato.
Ma il vecchio sagrestano che, quel giorno vide le sue campane andare avanti indietro da sole, mi venne incontro ad annunciare la novità con un'aria di trionfo, non sapeva che da mesi mi ero occupato della cosa, che io avevo preso contatto con la Ditta Morellato, per iscritto e per telefono, per chiedere il sopralluogo e il preventivo di spesa e poi una riduzione della spesa stessa, che io mi ero portato a Falzè di Trevignano per studiare insieme alla Ditta i particolari dell'impianto.
Se poi, dopo effettuato l'impianto di motorizzazione, le campane si sono dovute suonare ancora a corda, ciò è dovuto alla fretta con cui si è voluto procedere, senza attendere la fornitura della forza motrice da parte dell’Enel.
Mentre scrivo (14 ott.) l'inconveniente è stato risolto e così anche il sagrestano di Casada si vede alleggerito il compito e gli orari saranno più fedelmente rispettati.
Atto di collaudo
Invitato a collaudare un concerto di tre campane, fuse dalla ditta Daciano Colbachini e Figli di Padova, per la chiesa di Costalissoio (Belluno), dopo accurato esame della lega fusa, sull'intonazione delle singole e del complesso, sulle qualità del suono e del timbro, dichiaro quanto segue:
1 — Le campane risultano di lega pura, notevolmente migliore della precedente nelle vecchie campane;
2 — Sono di forma classica con ornamentazione artistica;
3 — L'intonazione in MI - FA - SOL calante di due sedicesimi di tono è perfetta, ondeggiando sicura dentro il 32% di tono;
4 — La purezza del suono che nasce si diffonde argentina e pastosa;
5 — il riverbero degli armonici è chiarissimo;
6 — Ce omogeneità di timbro e gradazione di intensità;
7 — La fusione sonora del complesso è gradevole e potente.
Mi congratulo vivamente con la parrocchia di Costalissoio per questo gioiello di perfezione sonòra, acquistato dalla gloriosa e vecchia ditta Daciano Colbachini e figli.
D. Ampellio Calzavara
Collaudatoré della diocesi di Padova e della Pontifìcia Commissione d’Arte sacra d'Italia.
L 'ELETTRIFICAZIONE DELLE CAMPANE (nota:la conclusione del discorso sta nel paragrafo precedente)
L'elettrificazione delle campane esige un discorso diverso. L’elettrificazione, si dice, costituisce una miglioria e un lusso, che lo Statuto della Regola non prevede.
E allora ci deve pensare la parrocchia, cioè i parrocchiani o fedeli.
La Regola interverrà con un contributo pari alla differenza tra il costo della elettrificazione e la somma raccolta per sottoscrizione.
Le offerte volontarie hanno incominciato ad affluire subito, non appena se ne fece parola, e continuano ad affluire, non in massa si capisce, ma stanno a dimostrare che l'iniziativa incontra un largo |consenso e non mancherà di suscitare interesse anche fra coloro che risiedono fuori paese.
Il che è nelle aspettative.
Siamo i soli, qui nel Comelico, a non avere le campane motorizzate? No, anche Casada è rimasta indietro coi tempi. Ma a Casada il problema sarà risolto, se sarà risolto, senza tanto discutere e senza importunare la gente, perchè sembra che la Amministrazione della Regola intenda assumersene la spesa totale. Ha già in mano un preventivo di spesa della Ditta Morellato e su quel preventivo farà le sue meditazioni.
Certamente presto o tardi ne verrà a capo. Lo sta a dimostrare la buona volontà, con cui quella Regola ha iniziato il restauro a fondo dell'esterno della chiesa. Ha atteso il suo tempo, ma ora è cosa fatta è fatta intelligentemente.